Nozze d’argento per pordenonelegge, autrici e autori da tutto il mondo per l’edizione numero 25
Sarà un’edizione speciale, questa delle nozze d’argento di pordenonelegge con la sua città e il pubblico, con il territorio, con autrici e autori di tutto il mondo, con le case editrici di tutta Italia.
Da 25 anni i libri sono riferimento identitario di Pordenone e la Festa del libro ha fortemente contribuito a cambiare la città dove, nel Duemila, cominciavano ad arrivare i grandi nomi della narrativa e saggistica italiana e internazionale.
L’edizione numero 25, quella del quarto di secolo, si apre con una rinnovata denominazione: pordenonelegge, Festa del libro e della libertà.
È chiara la visione dei libri come concreto presidio di libertà: dove questa manca, i libri non solo non si leggono, ma vengono censurati e spesso bruciati.
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Ed è importante risalire all’accezione originale di quella “libertas” che non solo permette ai cittadini la piena autodeterminazione delle proprie scelte, ma individua anche l’appartenenza alla propria comunità.
Inclusione e partecipazione sono da sempre l’asse cartesiano di pordenonelegge, una festa di popolo nel segno dei libri e non un consesso elitario.
L’inaugurazione del festival, mercoledì 18 settembre – affidata a sua eminenza il cardinale Gianfranco Ravasi, al Teatro Verdi alle 18.30, sul filo rosso di “Creazione ed ecologia” – confermerà questa peculiarità: in platea, rinnovando il “patto” della letteratura con le generazioni che rappresentano il nostro futuro, ospiteremo oltre duecento studenti della città, accanto a una trentina di studentesse e studenti del Liceo Bilingue Ustvani e dell’Università Karlova di Praga, accolti da una rappresentanza di studenti dell’Its Alto Adriatico Academy di Pordenone.
Pordenonelegge accoglierà nella festa inaugurale chi ha più difficoltà a partecipare agli eventi pubblici: saranno con noi molti anziani delle residenze per la terza età, nella consapevolezza che i nostri “vecchi” sono veri e propri libri viventi, con le loro tante storie di vita e con il portato di storia che incarnano.
E ci saranno i rappresentanti della locale comunità Ghanese, in rappresentanza dei nuovi pordenonesi, e nuovi italiani: il progetto di affiancamento e formazione nelle scuole tecniche e professionali in Ghana è finalizzato a fornire gli strumenti per attuare una integrazione più completa possibile ed è un esempio concreto di come sia possibile approcciare e gestire il fenomeno migratorio e l’accoglienza in Italia.
Non solo, pordenonelegge sarà anche nelle carceri quest’anno, con gli incontri d’autore organizzati nella casa circondariale, per portare la festa del libro dove ancora non è stata vissuta.
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Una festa, dicevamo: e questa atmosfera nulla toglie alla consapevolezza che la cultura sia anche e innanzitutto impresa.
E che promuovere il patrimonio culturale significa investire nello sviluppo e nel futuro della comunità: pordenonelegge lo conferma sul piano del contributo pubblico, con 9,68 euro che il festival restituisce al territorio a fronte di ogni euro investito dagli enti pubblici.
E lo conferma sul piano del sostegno privato, quest’anno attestato ben oltre il 50% del budget complessivo.
Sono riscontri preziosi nella città dei grandi lettori: una delle poche, in Italia, dove nascono nuove librerie.
D’altra parte, nelle sole cinque giornate 2023 pordenonelegge aveva registrato la vendita di oltre 20 mila libri e 5 mila titoli.
Ma il festival non è solo città: da qualche anno ha ripristinato una forte connessione con il territorio, coinvolgendo dieci comuni di quella che era la sua provincia – Azzano Decimo, Brugnera, Casarsa della Delizia, Cordenons, Maniago, Prata di Pordenone, Sacile, San Quirino, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo – e tre città di riferimento del Friuli Venezia Giulia, Udine Trieste e Lignano.
Bandiere gialle sventolano in questi centri, e preannunciano le emozioni dell’incontro col libro.
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Michelangelo Agrusti è presidente della Fondazione Pordenonelegge.it
Michela Zin è direttrice della Fondazione Pordenonelegge.it