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BBC, il declino di un mito

La Bbc, il servizio pubblico radiotelevisivo del Regno Unito, è in forte calo di ascolti e abbonati. E tra crisi aziendali e scandali diventa lo «schermo» del Paese.

Dove va la Bbc? A picco, a quanto pare dalle sue più recenti vicende. Il declino della più antica emittente pubblica del mondo rispecchia quello del Paese in cui è nata e come quest’ultimo sta lottando con le unghie e con i denti per reinventarsi un’immagine accattivante e più trasparente. Dopo aver passato l’ultimo decennio a combattere contro l’inflazione e i continui tagli di fondi pubblici da parte dei governi Conservatori che non l’hanno mai amata, la notizia, (riportata nell’ultima relazione annuale della corporazione) della cancellazione dell’abbonamento da parte di mezzo milione di utenti, colloca il mito del servizio pubblico televisivo in una triste realtà.

Sempre più utenti ritengono di far a meno delle trasmissioni, peraltro senza pubblicità, dell’emittente statale - che conta circa 24 milioni e mezzo di abbonati - e preferisce destinare la quota dovuta alla licenza (circa 200 euro) a piattaforme come Netflix o YouTube. Si tratta perlopiù di giovani, notizia ancora più preoccupante per il direttore generale Tim Davie, che sta tentando di riconquistare la fascia più importante e volubile dell’utenza. «Dovendo affrontare nuove sfide professionali e di mercato, stiamo trasferendo una massiccia dose di risorse al digitale» ha dichiarato Davie per spiegare lo spostamento di fondi dai canali terrestri e da quelli radio e il conseguente taglio di centinaia di posti di lavoro. Il nuovo governo laburista ha promesso ai vertici della tv il supporto che l’esecutivo di Boris Johnson non aveva mai garantito, ma il vero problema per i vertici, non è solo l’appoggio politico, quanto la disaffezione del suo popolo, unita ai continui tumulti del personale, causati dalla progressiva riduzione dei dipendenti e contratti peggiori. E il taglio dei costi imposto dall’azienda per far quadrare il bilancio che si ripercuote soltanto sugli ultimi anelli della catena produttiva, è il triste copione visto ormai nelle aziende grandi e medie di tutto il Paese. Si accorpano redazioni, ma rimangono inalterati gli stipendi di chi alza l’audience.

Come l’ex calciatore e presentatore sportivo Gary Lineker, in assoluto il più pagato, con un salario di un milione e 350 mila sterline annue. Per non parlare di Huw Edwards, l’anchorman dimessosi all’inizio del 2024 in seguito al peggiore scandalo che abbia mai travolto la Bbc. Arrestato in novembre perché il suo nome era apparso nel registro del cellulare di un pedofilo, si era poi dichiarato colpevole di aver ricevuto contenuti pedopornografici a pagamento su Whatsapp. Edwards risultava in malattia già per la maggior parte del 2023, pur continuando a percepire uno stipendio di 475 mila sterline annue (560 mila euro) ed era rimasto nei libri paga anche dopo essere stato sospeso.

L’immagine dell’uomo che più di ogni altro nella Bbc, ha incarnato la sua fama di affidabilità, è andata in frantumi il giorno in cui chi, dopo aver portato per decenni gli eventi pubblici più eclatanti (dalla vita dei Reali agli attentati terroristici) nelle case dei britannici, è divenuto lui stesso il protagonista di un becero scandalo. Non solo, la pochezza della sua dimensione umana - il giorno del processo si è fatto strada tra la folla di colleghi e curiosi con lo sguardo arrogante di chi non aveva nulla da rimproverarsi - e il suo trattamento reverenziale, rivelano una Bbc ancora legata ai giochi di potere interni anche a costo di coprire i comportamenti ingiustificabili di pochi privilegiati. «Nessuno si aspetta che Hugh torni più qui a lavorare» ha dichiarato uno dei tanti suoi ex colleghi che non l’hanno mai amato «e comunque non è mai stato uno di noi. Si credeva sempre al di sopra di tutto e di tutti». Ora che è sceso all’inferno l’azienda gli ha chiesto di restituire 200 mila sterline, ma il danno provocato è incommensurabile. E continua ad allargarsi.

Sono recenti le dimissioni di due ballerini professionisti, star di Strictly Come Dancing, il Ballando sotto le Stelle inglese, perché sotto indagine interna per «comportamento inappropriato» nei confronti dei loro partner di ballo. Ad andarsene, curiosamente, sono stati due ballerini entrambi di origine italiana, Giovanni Pernice e Graziano di Prima, accusati di aver trattato con troppa crudeltà le loro compagne d’avventura durante gli allenamenti, per vincere la competizione. Il primo, dopo l’apertura dell’indagine a suo carico, si è sempre proclamato innocente, mentre il secondo ha ammesso che «la passione e la determinazione a vincere possono aver influenzato il mio regime di allenamento». Via anche lui, in attesa che i controlli si completino e, soprattutto, nella speranza che la memoria del pubblico si affievolisca.

«Mission impossible», per dirla cinematograficamente, visto che subito dopo ha rinunciato all’incarico anche Jermaine Jenas, l’ennesimo ex calciatore, assunto dalla Bbc per presentare i programmi Match of the Day e One Show, che ha ammesso di aver inviato messaggi inappropriati ad alcune donne. Il tabloid The Sun, che aveva diffuso la storia, ha rincarato la dose annunciando altre piccanti rivelazioni, la Bbc per ora non ha commentato. A che servirebbe del resto, se non a peggiorare la situazione? L’unica via d’uscita per Auntie (Zietta) come la chiamano i britannici, è ricucire il rapporto con il suo pubblico, partendo da quello che ancora gli rimane. A rischio pure lui, purtroppo, a giudicare dalle centinaia di proteste giunte degli spettatori che non hanno affatto gradito la copertura dei risultati elettorali che hanno sancito la vittoria laburista.

Vittima delle critiche è ora persino l’editorialista politica di punta Laura Kuenssberg che, pur essendo riuscita in questo decennio ad attirarsi le lamentele sia dei laburisti che dei conservatori, ha invitato nei suoi programmi elettorali troppi ospiti della destra rivelando una simpatia neppure troppo tenuta nascosta. Che fare dunque per potersi rinnovare? «Intanto si potrebbe intervenire sul costo per l’abbonamento, sarebbe un buon punto di partenza» suggerisce Dorothy Byrne, che è stata per 15 anni direttrice delle News a Channel 4, in uno dei periodi più creativi per entrambe le emittenti - per alcuni aspetti è profondamente ingiusto: devi pagarlo comunque, anche se vuoi guardare tutti gli altri canali terrestri, ma non la Bbc. E una casalinga, madre single, deve sborsare la stessa quota del Re».

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