Accordo per piazza Salvemini a Padova, il cancello diventa definitivo
Non è via Anelli, ma il mezzo è quello: un muro per dividersi dal degrado. Siamo in piazza Salvemini a Padova, vicinissimi alla stazione e al confine con l’area del Pp1. Il muro sarà realizzato in ferro. Cancellate che ancora non ci sono, ma presto saranno installate alle entrate di via Gozzi e via Tommaseo.
Dopo mesi di discussioni tra condomini, lavoratori e amministrazione comunale, la decisione è arrivata: il cancello si farà e andrà a sostituire il recinto provvisorio che era stato montato ad aprile. Anche l’ordine degli architetti aveva mosso qualche riserva prima di fare un passo indietro.
Nei giorni scorsi è stato firmato l’accordo che prevede la chiusura dalle 22 alle 7 di mattina, per non permettere l’ingresso a chi non lavora o abita nel condominio che si affaccia sulla piazza. Piazza frequentata molto spesso da spacciatori e tossicodipendenti, ma che nella notte diventa dimora di chi non ha un tetto sotto cui ripararsi.
Lo pagheranno i professionisti, lavoratori e quei pochi residenti che ci sono nei palazzi di vetro, che lo hanno voluto e ottenuto grazie ai permessi del Comune, proprietario della piazza. Su richiesta dell’amministrazione, qualora voglia organizzare eventi nell’area, gli orari di chiusura potranno essere modificati.
La cancellata avrà una durata limitata. Se, nel frattempo, saranno risolti i problemi di degrado, invece, dovrà essere rimossa. Non pagheranno un affitto, ma dovranno occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria.
Se ne riparlerà, quindi, tra 4 anni, quando nella zona dovrebbe passare il tram, sorgere uno studentato e le due palazzine liberty dovrebbero essere rimesse a nuovo.
Ma i problemi di disagio non sono limitati alla zona della stazione: i bivacchi si allungano anche nel cuore della città. In Prato della Valle è possibile incontrare persone che passano la notte sotto i portici, tra le statue di Prato della Valle o all’interno degli istituti bancari, nell’area di prelievo bancomat.
La maggior parte di loro, va da sé, è spinta dall’impossibilità forse di trovare un riparo per la nottata, altri si accasciano aspettando che passi l’effetto di qualche sostanza. Si possono incontrare alle prime luci dell’alba, prima che abbandonino i loro giacigli di fortuna.
In Galleria Pedrocchi, a giorni alterni, un uomo dorme proprio sotto la scritta “vietato dormire e bivaccare”. Chi lo conosce, sostiene non sia un senzatetto, ma un lavoratore che non è riuscito a trovare casa: alle sette si alza e se ne va.
Anche in Prato della Valle, quando albeggia, se il meteo è clemente, si trovano spesso persone addormentate a ridosso delle statue. Disturbate dall’arrivo delle bancarelle e dei primi turisti, verso le otto lasciano il giaciglio in pietra per sparire tra la folla.
Singolare il comportamento – ricorrente – di una coppia di giovani, che di solito da giovedì a domenica dorme sotto il portico di via Sant’Andrea: lasciano le ciabatte in ordine prima di coricarsi e poi si infilano sotto le coperte.
Due mattine fa, invece, è dovuta intervenire la polizia municipale di fronte a un ragazzo che non ne voleva sapere di lasciare l’area prelievo della Cassa di Risparmio del Veneto di via 8 Febbraio: dopo una breve discussione il giovane è uscito stizzito. E l’inverno non è ancora iniziato.