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Niente via libera su Marta Kos: è stallo per von der Leyen

Ancora fumata nera, anzi, neppure quella. Perché il conclave, malgrado le attese, non si è riunito. Continua così, in Slovenia, la vera e propria saga che riguarda la formalizzazione di Marta Kos a candidata slovena per la carica da commissaria Ue. Kos è stata scelta tra crescenti polemiche dopo il ritiro di Tomaž Vesel, il cavallo su cui in precedenza aveva puntato tutte le sue carte il premier Golob.

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La formalizzazione non è potuta avvenire neppure ieri, giorno in cui le autorità di Lubiana – ma anche Bruxelles – speravano potesse venir finalmente convocata la commissione parlamentare slovena per gli Affari esteri ed europei che, secondo le procedure, deve fornire un parere non vincolante sulla nomina di Kos, prima che questa possa essere ufficialmente ammessa nella squadra di Ursula von der Leyen.

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Convocazione della commissione che «non può avvenire» ancora, ha però annunciato dagli schermi della Tv pubblica di Lubiana Franc Breznik del Partito democratico (Sds) dell’ex premier Jansa, e presidente del comitato parlamentare su cui sono ormai puntati gli occhi di mezza Ue. Questo perché, ha spiegato Breznik, non sono ancora state soddisfatte le richieste dell’opposizione di centrodestra, che sta sollecitando il governo sloveno a rendere pubblica l’intera corrispondenza tra von der Leyen e Golob sull’uscita di scena di Vesel, in modo da chiarire se e per quali motivi l’ex revisore dei conti si sia alla fine rivelato «un candidato non accettabile». O forse, come si sospetta, per accertare se Golob abbia ceduto troppo facilmente e rapidamente ai desiderata di von der Leyen.

E per questo Breznik si è rivolto anche alla stessa von der Leyen, ha svelato lui stesso alla Rtv Slovenija, spiegando di averle chiesto di inoltrargli la lettera, se esistente, in cui la presidente della Commissione avrebbe chiesto al governo sloveno di cambiare candidato, archiviando Vesel e puntando magari su una donna, come Marta Kos.

Lettera che ci sarebbe, ha suggerito la stessa Rtv Slovenija – senza tuttavia renderla pubblica – con l’emittente che ha sostenuto che la missiva conteneva un’esplicita richiesta a Lubiana a ritirare la candidatura di Vesel. E pure un ultimatum: la faccenda doveva essere risolta con una nuova nomina da parte della Slovenia, entro l’11 settembre, la data inizialmente prevista per la presentazione del team di von der Leyen, poi slittata al 17 settembre, soprattutto per l’intoppo sloveno. E un nuovo ritardo, a causa della mancata finalizzazione delle procedure che riguardano Kos, non è escluso, dato che teoricamente la commissione “controllata” dall’Sds ha tempo addirittura fino al 24 settembre per calendarizzare l’attesissima sessione dedicata a Kos.

Kos che, nel frattempo, è al centro di nuove polemiche. Da una parte, infatti, ha incassato la fiducia dell’europarlamentare socialdemocratico sloveno Matjaž Nemec, mentre il collega Matej Tonin (Nuova Slovenia-Ppe) ha anticipato che non sosterrà Kos. Ma a fare scalpore sono state soprattutto le parole dell’eurodeputata slovena Romana Tomc (Ppe), che a Euronews ha bollato la figura di Kos come «inaccettabile» e «problematica», non solo per la mancanza di esperienza, ma anche per presunti trascorsi giovanili di Kos nell’Udba, la polizia segreta jugoslava – imputazioni seccamente rigettate ieri da Kos. Che si è auto-definita la persona giusta per un posto da commissaria Ue, altro che ex informatrice. —

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