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Nella corsa italiana agli Oscar c’è anche Campo di battaglia di Gianni Amelio, film girato a Udine

In realtà alla consegna degli Oscar numero novantasette mancano 169 giorni, il 2 marzo 2025.

Nel frattempo, però, l’Italia si sta attrezzando per scegliere chi ci rappresenterà a Los Angeles.

Diciotto pellicole in sfida — fra le quali “Campo di battaglia” di Gianni Amelio girato in Friuli Venezia Giulia nel 2023 con il sostegno della Film Commission Fvg, in concorso a Venezia 81 e, ora, nelle sale della Penisola — che agognano la gloria eterna.

Per ora solamente la possibilità d’intravedere l’Olimpo, poi si vedrà.

La tradizione è favorevole, il cinematografo tricolore ci rese ricchi e idolatrati ovunque a cominciare da “Sciuscià” di Vittorio De Sica. Era il 1947.

Il titolo si rifà ai ragazzini lustrascarpe che si guadagnavano qualche soldino tirando a piombo gli stivali dei soldati americani.

Tre anni dopo lo stesso maestro se ne portò via un’altra di statuetta con il capolavoro del neorealismo “Ladri di biciclette”.

Nel 1957 toccò a Fellini con “La strada” a conquistare gli States, con replica nel ’58 (Le notti di Cabiria) e, nel 1964, con l’inimitabile “”.

Sarà ancora De Sica con “Ieri oggi e domani” del 1965 a dettare legge nella categoria miglior film straniero, seguito da “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri nel 1971.

Il quarto Oscar di De Sica arrivò nel 1972 con “Il giardino dei Finzi Contini”.

Quarto oro pure per Fellini con “Amarcord” nel 1975.

Siamo alla fine del secolo e, nel 1990, “Nuovo cinema Paradiso” di Tornatore trionfò al Kodak Theatre.

Gli rispose due anni dopo l’amico Gabriele Salvatores col suo “Mediterraneo”, una delle rare storie con un briciolo di comicità a vincere una sezione solitamente virata sul dramma.

Be’, Benigni, nel 1999, è difficile da scordare per la sua iconica passeggiata sugli schienali delle poltroncine rosse per raggiunge il palcoscenico dove lo attendeva Sophia Loren che urlò «Robertooooo» all’apertura della busta. Tre allori a “La vita è bella”.

Dieci anni fa l’ultima celebrazione mondiale per “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino.

Il regolamento tiene in considerazione le opere ovviamente made in Italy uscite fra il primo novembre 2023 e il 30 settembre 2024.

Ecco i titoli dei film iscritti, in ordine alfabetico: Accattaroma di Daniele Costantini, Campo di battaglia di Gianni Amelio, Cento domeniche di Antonio Albanese, Confidenza di Daniele Luchetti, Food for profit di Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi, Gloria! di Margherita Vicario, I bambini di Gaza - sulle onde della libertà di Loris Lai, Il mio posto è qui di Daniela Porto e Cristiano Bortone, Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, L’altra via di Saverio Cappiello, La casa di Ninetta di Lina Sastri, La vita accanto di Marco Tullio Giordana, Lubo di Giorgio Diritti, Palazzina Laf di Michele Riondino, Parthenope di Paolo Sorrentino, Vermiglio di Maura Delpero, Volare di Margherita Buy e Zamora di Neri Marcorè.

L’annuncio delle short List da parte dell’Academy è previsto per il 17 dicembre, mentre le nomination verranno annunciate nel gennaio 2025. Azzurri alè.

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