Addio a Franca Bettoja, attrice di classe fuori dal coro. Musa di Germi e moglie di Ugo Tognazzi, ma non solo…
È morta l’attrice Franca Bettoja, la moglie di Ugo Tognazzi e madre di due dei suoi figli e, nell’immaginario collettivo, per tutti e per sempre soprattutto Rita, il tormentato personaggio del Cane di paglia che l’ha vista recitare accanto a Pietro Germi (e da lui diretta) nel suo primo ruolo di co-protagonista che le valse la nomination al Grolla d’oro come migliore interprete di un film presentato in concorso al Festival di Cannes.
Addio a Franca Bettoja, attrice di classe e moglie di Ugo Tognazzi
Eravamo alla fine degli anni Cinquanta, esattamente nel 1958, un’era zoologica fa cinematograficamente e socialmente parlando: una periodo che ha rappresentato gli anni d’oro dell’attrice. E un mondo, quello dell’epoca, in cui la Bettoja si è mossa sempre con eleganza fuori e dentro il set prestando vis interpretativa a una realtà che tra ingenuità e consapevolezza, si muoveva a grandi passi. Una presenza discreta la sua, in un periodo di grande rinascita e affermazione della nostra scuola di autori e attori, che sarebbe andata avanti fino agli Anni ’70, quando poi si sarebbe aperto tutt’altro capitolo.
Dal set alla vita privata, due mondi interconnessi ma ben distinti
Ed è proprio nel 1972 che la Bettoja sposa Ugo Tognazzi, uno dei protagonisti indiscussi della scena cinematografica e sociale del Bel Paese, con cui aveva lavorato nel film Il fischio al naso, da lui diretto nel 1967, e dal quale aveva già avuto due figli, l’attore Gianmarco (1967) e la regista Maria Sole (1971). Una data che fece da spartiacque nella sua carriera che, dopo il matrimonio, diradò le sue partecipazioni cinematografiche, che si fecero sempre più rare e sporadiche. L’ultima sua apparizione sul grande schermo risale al 1993 in Teste rasate di Claudio Fragasso, dove recita la parte della madre del personaggio interpretato dal figlio Gianmarco.
I primi passi di Franca Bettoja nel cinema
Nata a Roma il 14 maggio 1936, Franca Bettoja iniziò la carriera di attrice con piccole parti nel film Un palco all’opera (1955), di Siro Marcellini (1955), Gli amanti del deserto (1956) di Gianni Vernuccio e La trovatella di Pompei (1957) di Giacomo Gentilomo (1957). Poi, come anticipato, ottenne il suo primo ruolo di co-protagonista con L’uomo di paglia (1958) di Germi, presentato al Festival di Cannes, interpretando il difficile e tormentato personaggio di Rita Fabiani. Ma se è vero che quel ruolo iconico, portato al successo anche grazie alla sapienza registica del maestro Germi, ha rivelato le sue indiscutibili doti, è altresì realistico affermare che quella maschera non le sarebbe rimasta attaccata oscurando il volto di un’attrice versatile che, infatti, negli anni Sessanta, avrebbe raggiunto anche la notorietà televisiva con la serie La pisana (1960).
I favolosi Anni Sessanta e la televisione
I favolosi Anni Sessanta, si diceva: un periodo di impegni e soddisfazione notevole per Franca Bettoja, che partecipò a vari film di genere girati a Cinecittà, tra i quali Orazi e Curiazi (1961) di Ferdinando Baldi e Terence Young (1961), I normanni (1962) di Giuseppe Vari (1962), Il Leone di San Marco (1964) di Luigi Capuano e Sandokan alla riscossa e Sandokan contro il leopardo di Sarawak, girati uno di seguito all’altro nel 1964 con la regia Capuano.
Nel 1962 venne candidata al Nastro d’argento alla migliore attrice non protagonista per il ruolo di Marcella nel film Giorno per giorno, disperatamente, esordio del regista Alfredo Giannetti. Nel corso del 1962 un suo ritorno sul piccolo schermo: Franca Bettoja presentò per sette mesi il varietà Tempo di Jazz, trasmissione che andò in onda sul Canale Nazionale della Rai. E a proposito di chicche d’autore, nel 1963 l’attrice recitò accanto a Vincent Price nel film L’ultimo uomo sulla terra di Ubaldo Ragona considerato un cult del genere horror/fantascientifico.
Gli anni ’70 e il progressivo addio al set
Come detto, con l’incedere degli Anni Settanta poi, la Bettoja cominciò a diradare le sue performances cinematografiche, con l’eccezione resa in omaggio a Ettore Scola, che la diresse in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968). Seguito poi dal film di Marco Ferreri, Non toccare la donna bianca (1974), il suo ultimo titolo di rilievo. Un addio alle scena senza clamori e senza gossip o polemiche, quello della Bettoja, in omaggio alla quale è andato in scena a Roma, dal 13 dicembre 2022 al 12 marzo 2023, in Castel Sant’Angelo, la mostra “Franca Bettoja Tognazzi. La moda di un’attrice“. Un tributo alla sobrietà raffinata di un’attrice che ha regalato molto al cinema, senza pretendere molto in cambio.
Franca Bettoja: la cifra dell’eleganza
Un’occasione, quella rappresentata dall’esposizione, di sottolineare un aspetto caratteriale, professionale e comportamentale dell’attrice, proponendo un cospicuo numero di abiti da sera che segnarono gli eventi mondani di Roma e i red carpet dei festival cinematografici, che punteggiarono con eleganza – e da un’altra prospettiva rispetto a quella dell’impegno cinefilo – un periodo che abbiamo già descritto come “di grande rinascita e affermazione del cinema italiano”: quello che va dagli anni ’50 agli anni ’70.
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