Carnevale Ivrea, diventa un piffero, al via i corsi per entrare nel gruppo
IVREA. La missione del gruppo è quella di tramandare nel modo più fedele e attento questa magnifica tradizione musicale. Lo affermano, anche sul loro sito Internet, i Pifferi e Tamburi di Ivrea che, ovviamente, mettono anche in pratica questo loro obiettivo.
Per continuare a fare crescere il gruppo, infatti, gli amatissimi musici rossoverdi, colonna sonora del Carnevale storico eporediese, ma anche gruppo musicale tout court, conosciuto pure all’estero, organizzano nella loro sede corsi di formazione aperti a tutti e divisi in due livelli: uno di primo livello, di avvicinamento allo strumento, nel quale vengono insegnate le posizioni delle dita e alcune suonate, e uno di secondo livello, di perfezionamento, al quale si accede dopo avere superato un esame.
Quest’ultimo permette di sostenere l’esame finale che porta all’inserimento nel gruppo. A fine settembre partirà, dunque, il prossimo corso di Piffero di primo livello, al quale sarà possibile pre iscriversi entro domenica 15, compilando il modulo al quale si accede dal sito www.pifferietamburiivrea. t (per ulteriori informazioni, contattare il 335/8485099).
Il corso si articolerà in 10 lezioni che si terranno nella sede del gruppo, in via Dora Baltea 1, al piano seminterrato dell’ex Caserma Valcalcino che dispone anche di un comodo parcheggio. Le lezioni si terranno una volta a settimana, dalle 21 alle 23. Per partecipare occorre aver compiuto 14 anni (la maggior parte del Pifferi ha iniziato a suonare da adolescente, seguendo un padre o un nonno). Il costo è di 170 euro (da saldare nel corso della prima serata) con piffero da studio incluso. Nel compilare i moduli si dovrà indicare anche se si possiedano già conoscenze musicali e, se sì, quali, il proprio rapporto con il Carnevale di Ivrea e come lo si viva solitamente e le motivazioni per le quali ci si voglia iscrivere al corso. Imparare a suonare il piffero canavesano utilizzato dal gruppo, infatti, comporta non solo l’acquisizione di una tecnica che consenta l’esecuzione delle marce che il gruppo è solito eseguire, ma anche il sapersi armonizzare con la manifestazione in cui saranno eseguite, in una pluralità di contesti e di atmosfere, quasi sempre in movimento e circondati da una folla rumorosa (ben disposta, comunque, all’ascolto e all’applauso…).
Appartenente alla famiglia degli aerofoni, il piffero (un piccolo flauto traverso in legno), solitamente realizzato in legno di bosso, anche se non mancano modelli in ebano o in palissandro, è uno strumento da sempre legato alla tradizione e alla cultura musicale-etno-antropologica locale e piemontese. Ha sette fori: uno di insufflazione, dove si appoggia il labbro del suonatore, e sei di melodia che vengono chiusi dai polpastrelli delle dita. «Il repertorio della banda dei Pifferi e Tamburi di Ivrea –aveva spiegato il Primo Piffero, Simone Boglia, in una passata intervista– è uno dei più ricchi e meglio conservati del patrimonio di etnomusicologia piemontese. È composto da 34 pifferate, suddivise e monferrine. Tutte queste si eseguono in movimento. Vi sono poi 7 brani che si eseguono a piè fermo ovvero in momenti di pausa della sfilata, alle Zappate e agli Scarli».