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Sit-in dei pendolari in stazione: «Chiediamo servizi migliori»

GIUSSAGO. Un sit-in pacifico per protestare contro il parcheggio a pagamento di stazione Certosa e per chiedere servizi adeguati. Erano una settantina i pendolari che ieri pomeriggio sono scesi dalla S13 e si sono fermati al presidio organizzato dal comitato “Parcheggio sbagliato”, davanti a striscioni e cartelli che sintetizzavano la rabbia di chi non riceve sostegno dalle amministrazioni. Tra loro anche i consiglieri di opposizione di Giussago e Certosa.

La manifestazione

«Una manifestazione di protesta che mai avremmo voluto: pendolari contro istituzioni, cittadini contro altri cittadini, Comuni contro Comuni», dice la portavoce Emilia Furno, ricordando la tariffa giornaliera di un euro decisa dall’amministrazione di Giussago e sottolineando la gratuità per i residenti di Giussago e Certosa che fanno parte di un’Unione Comuni. «Lo consideriamo un trattamento discriminatorio».

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«Nel 2012 l'arrivo della linea S13 con un treno ogni 30 minuti doveva essere una possibilità per questi territori, invece per le amministrazioni comunali forse ha rappresentato un problema – spiega Furno –. Amministrazioni che non sono state capaci di dialogare neanche agli innumerevoli tavoli che il comitato ha convocato. Anzi, abbiamo assistito in sei anni a litigi tra di loro, nessuno spiraglio neanche lontano di collaborazione, né soluzioni alternative se non sporadiche, che venivano immediatamente dribblate dagli altri. Meno che mai hanno provato a fare un progetto comunitario e unitario chiedendo supporto alla Provincia per portare la discussione al tavolo di Regione Lombardia, Trenord e Rfi».

Ignorata, aggiunge, la richiesta del Comitato di un dialogo tra tutte le parti interessate.

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I pendolari segnano in rosso l’elenco di richieste ignorate nel tempo, a partire da un parcheggio almeno a prezzo calmierato, visto che è ausiliare al servizio di trasporto ferroviario. «Il parcheggio è sovracomunale – dicono i pendolari – e non esistono altri mezzi pubblici, resta solo l'auto privata. Abbiamo chiesto rastrelliere chiuse, come esistono in tante altre stazioni, piste ciclabili illuminate e mantenute, pullman di collegamento con la stazione, la sistemazione dell'incrocio di Porta d'Agosto, anche se è un atto dovuto da oltre 40 anni». —

Stefania Prato

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