Sartor di Montebelluna, i genitori vincono la battaglia: salve le due seconde
Intesa raggiunta tra le famiglie e la scuola. Lunedì 16 settembre gli studenti dell’Istituto agrario Sartor di Montebelluna tornano tra i banchi di scuola.
«Siamo soddisfatti: è stata fatta la scelta giusta per i nostri ragazzi» dichiara la rappresentane Fausta Bresolin. «È stata una trattativa abbastanza dura ma grazie alla massima disponibilità della dottoressa Barbara Sardella, siamo riusciti a trovare una soluzione», spiega la dirigente scolastica Antonella Alban, «non è facile in alcuni casi perché le risorse finanziare sono scarse e ci sono dei parametri che vanno rispettati ma siamo arrivati a un accordo che credo possa soddisfare tutte le parti».
La protesta da parte delle ventinove famiglie degli allievi del Sartor era iniziata mercoledì: il primo giorno di scuola.
Mentre migliaia di studenti ritornavano in classe, i ragazzi delle due seconde non si sono presentati a scuola ma sono rimasti fuori con i genitori in segno di protesta dopo la decisione della direzione scolastica di Treviso di accorpare le due classi. Una decisione che ha trovato in disaccordo tutte le famiglie che fin da subito hanno dato filo da torcere alla scuola.
Dal mese di marzo sono iniziate le prime negoziazioni tra la scuola e l’ufficio scolastico provinciale che comunque non ha portato a nessun accordo mantenendo di fatto il provvedimento deciso da Treviso e dall’ufficio regionale.
Il malumore dei genitori è stato inevitabile e così sono scattate le mail e poi una diffida contro la scuola, l’ufficio scolastico regionale e provinciale.
Secondo il legale nominato dalle famiglie, Francesco Chetoni, si stavano violando i diritti di tutti gli studenti e in particolare di quelli portatori di handicap. Da Treviso nessuna retromarcia e siamo arrivati all’undici settembre e al primo giorno di scuola. Quattro giorni di sciopero, fino a venerdì, degli studenti del Sartor sostenuti da mamme e papà con tanto di striscione fuori dai cancelli per dire “No! Alle classi pollaio”.
«Non è stato un puntiglio», sottolinea le rappresentate che ha trovato il massimo sostegno da parte di tutti i genitori delle due classi. «Era evidente che con l’accorpamento la situazione sarebbe diventata difficile per tutti», spiega Bresolin, «più di trenta persone, tra studenti, insegnati frontali e di sostegno e assistenti alla persona sarebbero entrati, tutti i giorni, in classe e si sarebbe creato solo caos quando all’interno ci sono diversi ragazzi certificati e tutelati dalla legge 104».
Venerdì, la buona notizia: dall’ufficio scolastico provinciale sono state assegnate le risorse necessarie per mantenere le due classi seconde.
«La consapevolezza che non sarebbe stata garantita un’istruzione efficace per tutti e in particolare per i ragazzi certificati, per noi è stato un grande peso», chiude la rappresentante, «Siamo davvero soddisfatti e contenti che lunedì potranno tornare a scuola, sentire il suono della campanella, ritrovarsi tra loro, raccontare come hanno trascorso le vacanze e rivedere i loro bravi professori che sicuramente li staranno aspettando a braccia aperte.