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Saluto romano a Predappio, prosciolti il ristoratore pordenonese Polegato e la moglie

Saluto romano alla manifestazione per ricordare il centenario della marcia su Roma, a Predappio: il tribunale di Forlì (giudice Andrea Priore), riservandosi le motivazioni in 30 giorni, ha dichiarato il non luogo a procedere per insussistenza del fatto nei confronti dei 12 imputati. Fra loro, il ristoratore di Sequals, Ferdinando Polegato, 70 anni, conosciuto come l’imitatore del Duce, e la consorte Teodora Foscato, 71 anni, difesi dall’avvocato Francesco Ribetti. L’episodio era avvenuto il 30 ottobre 2022, quando gli imputati avevano risposto col saluto romano alla chiamata al presente dell’organizzatore.

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Il pm di Forlì Sara Posa ha contestato due ipotesi di reato: l’apologia del fascismo così come contemplata dalla legge Scelba del 1952 e una violazione della legge Mancino del 1993 (che vieta all’articolo 2 ogni gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione, all’odio o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi).

Prosciolti anche Lorenzo Tempesta, 56 anni, di Padova, Renzo Poppi, 65 anni, di Mogliano Veneto, Chatia Cajon, 67 anni, di Venezia, Marco Marussi, 61 anni, di Ferrara, Carlo Del Vecchio, 60 anni, di Fermo, Mirco Santarelli, 61 anni, di Faenza, Marco Casiraghi, 65 anni, di Adro, Ottaviano Salsano, 79 anni, di Forlì, e i genitori fiorentini di un minore, che erano accusati di averlo vestito da balilla, con divisa, basco, anfibi e due spille, una a forma di fascio littorio e l’altra di un’aquila imperiale.

«Mentre a Pordenone si svolgeva la marcia antifascista - ha dichiarato Polegato -, per protestare contro una legittima istanza di sicurezza rivolta da cittadini, a Forlì veniva scritta una pagina molto importante della vita democratica e della giustizia del nostro Paese. Si è celebrato infatti il processo, nella fase dell’udienza predibattimentale, per l’asserita violazione delle leggi Scelba e Mancino, ovvero di ricostruzione del disciolto partito fascista, a carico di 12 imputati, tra cui il sottoscritto e la consorte Teodora Foscato, per i fatti occorsi in occasione del centenario della marcia su Roma. All’esito di tale udienza il giudice, recependo le conclusioni della difesa nella persona dell’avvocato Francesco Ribetti, ha dichiarato il non luogo a procedere per insussistenza del fatto. In conclusione, pare possa dirsi essere stato definitivamente sdoganato lo spauracchio nell’effettuazione del saluto romano. Non possiamo che ringraziare il nostro difensore, avvocato Ribetti, per la consueta costanza e l’abnegazione nella nostra difesa».

«Siamo soddisfatti - ha detto Ribetti - che il tribunale abbia recepito in pieno la nostra tesi, che ricalca il pensiero delle sezioni unite della Cassazione. Siamo compiacenti per il fatto che il giudice abbia recepito che bisognava eliminare un automatismo che pareva distorsivo della volontà del legislatore».

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