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Lascia il lavoro in azienda e apre un’officina per bici lungo la ciclovia

Le strade della città, specie le ciclabili, sono invase da migliaia di cicloturisti che ogni primavera e d’estate, scendono da Monaco e dal Centro Europa. Più di 50 mila a stagione turistica. Si aggiungono gli appassionati veneti delle due ruote. La città conta, o meglio contava soltanto su un anziano meccanico di bici. Da lunedì 16 settembre ne avrà un secondo.

Christian De Bin, 46 anni, ha lasciato il lavoro in azienda per aprire un laboratorio in via Buonarroti, al civico 8. Ovviamente non riparerà solo le camere d’aria bucate, ma sarà in grado di provvedere ad ogni rottura del mezzo meccanico. Alcuni, di nuovi, li compone lui stesso.

«È una passione – confida. Mi piace la bicicletta e il suo mondo. Io lavoravo in fabbrica e la sera, al rientro, oppure di sabato e domenica mi trovavo una fila lunga di biciclette da sistemare. Il doppio lavoro, se così vogliamo chiamarlo, mi ha stancato, per cui ho deciso di dedicarmi all’attività che è prima di tutto una passione, coltivata fin da piccolo».

Per Christian le due ruote provocano un fascino del tutto particolare, sia a pedalare che ad aggiustare quello che non va. «L’offerta è risicatissima, ma la domanda è davvero molto ampia – ammette l’uomo. Ho infatti persone che si sono prenotate per aggiustare il loro mezzo fermo da anni, poiché non sapevano dove portarlo in riparazione. Quindi ritengo di svolgere anche un’azione sociale, volta al benessere delle persone, perché tanti di questi clienti hanno ripreso a fare movimento grazie al messo riparato, sistemato».

De Bin, seppur attrezzato di forte passione, oltre che di una conoscenza molto profonda della bici, ha ritenuto di dover frequentare corsi particolari per consolidare la sua professionalità. Ha la licenza anche per vendere un attrezzo sportivo che, per la verità, ha un mercato sempre più in espansione.

«Mi ha indotto a fare questa scelta – confida – il gran numero di appassionati che vedo transitare per la ciclovia e che magari sento che si portano appresso qualche problema meccanico». Dai mezzi più semplici a quelli più sofisticati, Christian sa mettere mano a qualsiasi tipo di ciclo. Lo fa con passione e dedizione guardando all’incombente possibilità di aiutare turisti e vittoriesi al contempo.

Gli arriva perfino qualche carcassa, ma gli capita di metter mano anche a pezzi pregiati, tra i 5 ed i 10 mila euro. «Tutti hanno la loro dignità. In particolare chi li conduce» sottolinea. Christian spera che presto si completi il tratto vittoriese della Monaco-Venezia.

La ciclovia, infatti, s’interrompe a ponte nelle Alpi. Dovrebbe proseguire per il lato nord del lago di Sanra Cece, il Fadalto, Vittorio Veneto e Conegliano. Il progetto di prosecuzione già c’è, manca il finanziamento. I sindaci stanno bussando dalla Regione. Per una ventina di milioni: un’infrastruttura verde che gioverebbe ad entrambe le province di Venezia, Treviso e Belluno. Così, ad appena 200 metri dalla ciclovia di Vittorio Veneto, parte il sogno, sulle due ruote, dell’artigiano Christian Bin.

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