Imprenditore e sportivo: ecco chi era Fabio Lo Re
Imprenditore e sportivo. Fabio Lo Re aveva 44 anni ed era il titolare dell’azienda Logicare, un’impresa con sede in via Vittorio Veneto, che si occupa di posa di ceramiche di ogni tipo e dimensione. In più, aveva la vicina Fast in società con Stefano Berton, azienda che fa progettazione e consulenza unità di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e impianti fotovoltaici. E nel tempo libero, oltre alla moglie Federica e ai due figli di 14 e 10 anni, c’era la grande passione per la bicicletta, nella specialità downhill, cioè la sempre temibile discesa.
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Ecco perché la sua rimane una morte molto difficile da spiegare, soprattutto per chi lo conosceva bene e sapeva delle sue capacità. In sella alla due ruote, era in grado di affrontare pendii molto più ripidi e insidiosi di via Sanfor: basta scartabellare qualche minuto nel suo profilo Facebook per farsi un’idea, tra fotografie e video pubblicati per amici e non. La “Curta” non avrebbe dovuto spaventarlo, al di là dell’oscurità notturna, forse anche in città, dove a una certa ora si spengono inesorabilmente le luci. Non c’è molta gente che ci passa, specialmente dopo il tramonto, quando i pochi residenti sono già a casa.
La sua attività imprenditoriale andava molto bene, a sentire i suoi conoscenti più stretti. Era uno che sapeva vedere lontano e difficilmente si accontentava di quello che aveva, se è vero che dopo la Logicare aveva deciso di formare una società con Berton e dare vita alla Fast. Non gli mancavano l’ambizione e la voglia di fare nuove scommesse, con la consapevolezza di poterle vincere. Ci sono stati anche dei momenti di difficoltà, per dirne uno la pandemia di Covid-19 che ha chiuso tutte le case per mesi con il lockdown, ma Lo Re è ripartito senza paura, anzi con nuovi stimoli, nuovo entusiasmo.
Sportivamente aveva cominciato giocando a calcio come tanti bambini della sua generazione. Non c’era la stessa scelta che esiste adesso per un quarantaquattrenne. Non casuale la scelta di fare il portiere nel settore giovanile del Belluno, la squadra della sua città. Non è mai arrivato a giocare in prima squadra, anche perché ha cominciato a lavorare e gli sarebbe mancato il tempo materiale.
Quando è diventato grande, ha scoperto la vera vocazione per la bicicletta. Faceva anche delle gare a livello agonistico con la sua mountain bike e, come anticipato, lo si vede in azione sul profilo social con tutta la corazza necessaria e gli occhiali.
Non aveva resistito al richiamo della bicicletta elettrica, quando è stata immessa sul mercato e l’altra sera si era arrampicato proprio con quella, prima a Castion e poi alla Nogherazza. Nessuno dei suoi amici avrebbe mai immaginato di non di vederlo più in vita, perché è improvvisamente uscito di strada, in via Sanfor. Nessuno si era preoccupato di cercarlo nella mattinata di ieri, un giro di telefonate ci sarebbe stato sicuramente nel corso della giornata per ritrovarsi in serata, magari al parchetto di Baldenich e poi in qualche locale di Belluno per stare di nuovo insieme, stavolta anche con le ragazze.
Tutti erano comprensibilmente sconvolti, quando hanno saputo, attraverso il gruppo di whatsapp, che Fabio era morto, mentre stava tornando a casa con un mezzo di locomozione che conosceva benissimo, dopo una serata spensierata trascorsa in compagnia. E non possono credere ancora al fatto che nei prossimi giorni dovranno ritrovarsi al suo funerale.
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