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L’inevitabile… conflitto di interessi di un capitano belga di Coppa Davis [VIDEO]

Da noi, maligni come siamo, si parlerebbe certamente di clamoroso conflitto di interessi se il capitano di Coppa Davis fosse anche l’allenatore di uno dei giocatori azzurri. Basterebbe già una sua convocazione non scontata ai danni di un altro giocatore di simil livello…e figurarsi poi la scelta di far scendere in campo il proprio “pupillo” al posto dell’altro, per scatenare un vero putiferio mediatico.

Soprattutto, con il tipico senno del poi, se il suddetto “pupillo” perdesse. Come è accaduto due volte a Collignon, il tennista allenato dal capitano Darcis.

Quando si perde – si sa – quelli che non hanno giocato anche se sono riserve, nel tennis come nel calcio e in tanti altri sport, avrebbero sempre fatto meglio di quelli che hanno perso! Nello sport, a confronto con gli sconfitti, gli assenti hanno curiosamente sempre ragione. Il contrario, insomma, del detto che ci hanno sempre insegnato “Gli assenti hanno sempre torto”.

Dopo aver visto giocare Blockx con Matteo Berrettini e martedì scorso Collignon con Van de Zandschulp, anche se entrambi i belgi avevano perso giocando discretamente bene e senza sfigurare, a me era parso davvero notevole il divario tecnico fra i due. Forse ancor più in prospettiva, magari, ma tant’è. Chi di noi appassionati non si sente un talent scout in pectore? Magari non mi ero accorto di certe qualità di Collignon.

Tengo a precisare che l’opinione che esprimo è – certo superficialmente, confesso –  basata soltanto su questi pochissimi match visti a Bologna e a momenti soltanto intravisti.

E’ un fatto che Blockx mi è piaciuto molto di più. E non lo dico soltanto perché il fiammingo diciannovenne era arrivato a insidiare fino al 5 pari al terzo la vittoria di Berrettini, cioè un avversario – non foss’altro che per il servizio e a prescindere dal passato di n.6 ATP…tralascio di ricordare tutti gli altri risultati di prestigio – ben diverso da Van de Zandschulp. Oltretutto in una situazione ambientale ben diversa. Un conto era giocare a Bologna contro un olandese, un altro affrontare un italiano.

Di Blockx, un metro e novanta eppure agile e ottimo anche in difesa, mi era piaciuto proprio il suo tipo di tennis, l’aggressività dei fondamentali, la completezza, dall’ottimo servizio alla fluidità naturale del suo dritto e anche del rovescio bimane appena un po’ più trattenuto, seppur meno sicuro e più prudente quando c’era da giocare il passante e tuttavia buono quando ha dovuto scavalcare Berrettini con il lob… mica facile eh? Semmai la mano quando ha tentato un paio di smorzate mi ha lasciato perplesso, ma ricordo quelle di Sinner (oggi 23 anni) quando ne aveva 19 e non erano migliori, così come troppo lento e prevedibile appariva il suo movimento di preparazione.

Mi era parso strano, dopo aver visto giocare entrambi, che il primo giorno contro l’Olanda, Steve Darcis, capitano belga, avesse scelto di schierare Collignon.

E allora, in perfetta buona fede – dopo la sconfitta di misura di Blockx che aveva vinto il primo set con Berrettini e retto bene fino al 6-5 del terzo quando aveva sbagliato tre dritti gratuiti e rallentato un rovescio sul matchpoint per Matteo – nel complimentarmi con Darcis per la performance di Blockx gli avevo chiesto, con tatto e senza alcun accenno polemico, se per caso fosse rimasto sorpreso dall’eccellente  prova di Blockx che giocando a quel modo mi aveva dato l’impressione che forse avrebbe potuto anche far meglio di Collignon martedì scorso…

Ho visto allora Darcis mostrarsi piuttosto infastidito di fronte a quella domanda che pensavo innocente. Poi un collega belga mi ha spiegato: “Sai, lui allena Collignon…forse hai toccato involontariamente un punto debole”.

Ho cercato allora di approfondire la questione. E ora ne so di più.

In Belgio, ho appurato, anche a livello di federazioni sportive c’è il problema di rispettare il massimo equilibrio possibile fra francofoni e fiamminghi. Il capitano di Coppa Davis non può – ovviamente e inevitabilmente – che essere di una parte. La federtennis francofiamminga  ha scelto come capitano di Davis Steve Darcis, francofono, per via del suo passato di guerriero da Coppa Davis, la sua riconosciuta passione e onestà intellettuale, sebbene il peso della parte fiamminga in senso alla federtennis sia certamente maggiore.

Ma, ad ogni buon conto, a controbilanciare quel potere affidato a mani francofone, ecco che il vicecapitano, Ruben Bemelmans, anche lui ex davisman di provata onestà e competenza, è fiammingo. Come Blockx.

Effettivamente Darcis, francofono, allena Collignon e tutti i migliori tennisti francofoni. Blockx, con tutti i tennisti fiamminghi, viene seguito più da vicino da Bemelmans.

Anche stamani pensavo che avendo Blockx battuto proprio Fonseca l’anno scorso all’Australian Open, avrei visto rigiocare Blocks. Invece no. Darcis ha fatto rigiocare Collignon. Che ha perso. In Italia se ne sarebbero dette di tutti i colori.

In Belgio non accadrà. Per via della reputazione di Darcis e perché Collignon, 22 anni e n.448 ATP a febbraio è n.198 ATP oggi, mentre Blockx che gli stava davanti a fine 2023 – n.350 – gli sta dietro: è n.253.

Infatti Collignon era reduce da un buon perido di risultati. Fra luglio e agosto aveva vinto in Germania il challenger ATP 100.000 di Luedenscheld, seppur uscendo dalle “quali”: in finale aveva battuto proprio quel Van de Zandschulp poi reincontrato martedì con un peggior esito.

In quel torneo c’era un discreto livello: la testa di serie n.2 era l’argentino Trungelliti, poi c’erano anche Burruchaga, Droguet…Ricordate Droguet: battè Musetti l’anno scorso all’US Open. Collignon aveva vinto in precedenza anche il Future da 25.000 di Kassel (sempre in Germania) battendo l’uzbeko dal cognome indimenticabile, Sultanov, n.236 ATP.

Nella mia mini-indagine su Blockx ho potuto allora constatare che il giovane campione dell’Australian Open 2023 era giunto alle semifinali challenger di Amburgo e di Cordenons, dove avave battuto Arnaboldi prima di perdere dallo spagnolo Taberner.

Insomma alla fine ho dedotto che la scelta del francofono Darcis a favore del suo pupillo Collignon non poteva certo dirsi scandalosa. Ma, dopo aver appurato da quanto mi ha detto Collignon subito dopo aver perso con Fonseca che i due ragazzi belgi sono in ottimi rapporti – “Io e Alexander (Blockx) siamo molto amici, sono stato felice per Alexander quando Steve (Darcis) ha scelto di schierarlo contro Berrettini e contentissimo per la sua bella partita con Berrettini, così come sono sicuro che lui sarà stato contento per quando Steve sceglie me…”- resto della mia opinione: Blockx secondo me diventerà molto più forte e credo che già oggi lo sia. Vedremo prossimamente.

Ma ho scritto questo pezzo, non necessario come tanti, solo perché a seguito della reazione di Darcis alla mia domanda e alle prime infos sul suo rapporto ravvicinato con Collignon, mi incuriosiva il caso di un capitano di Coppa Davis che sempre in Belgio – oggi francofono, domani magari fiammingo – potrà essere sempre…”sospettato” di favorire un suo “pupillo” al posto di un altro. In Belgio evidentemente ci sono abituati.

In Italia, per dire, tanto fairplay da parte dei media e dell’opinione pubblica, sarebbe impensabile. Il fairplay è espressione inglese, ma in Belgio sembrano conoscerla meglio che in Italia.

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