Pensionata vittima di una truffa romantica: il seduttore le scuce 74.200 euro
Aveva funzionato la cosiddetta love scams o truffa dell’amore. Tanto che nell’arco di appena sei mesi Zikica Fiser, un 54enne serbo da anni residente a Padova, aveva svuotato il conto bancario di un’insegnante in pensione di Trieste, all’epoca dei fatti 78enne, scucendole ben 74.200 euro.
Poi grazie alla denuncia di una nipote residente a Padova, quel raggiro era stato scoperto. Dopo la condanna in primo grado, la Corte d’appello ha riconfermato: due anni e sei mesi di carcere per l’imputato, accusato di circonvenzione d’incapace, e l’obbligo di pagamento delle spese processuali e di risarcimento di 106 mila euro nei confronti della parte civile, oltre alla vittima anche la nipote tutelate dall’avvocato Salvatore Frattallone con studio a Padova e a Roma.
I dettagli della truffa
«Purtroppo quella denominata romantica è una tipologia di truffa sempre più frequente e in costante crescita, stando ai dati della Polizia Postale. Il fenomeno ha registrato un incremento del 118% rispetto al 2020, per un totale di 4,5 milioni di euro sottratti alle vittime solo in Italia» spiega l’avvocato Frattallone, «È di un delitto particolarmente subdolo perché l’autore fa leva sui sentimenti di una persona per rubare denaro o altri beni. É uno dei raggiri più dolorosi di cui si può cadere vittima, circuita da falsi corteggiatori: i malfattori riescono spesso ad abbindolare donne sole, ma talvolta anche uomini, con lusinghe e mostrando di nutrire autentico interesse, dopo averne carpito la fiducia. È sempre difficile per chiunque dover ammettere di essere stato ingannato ma confidarlo è il primo passo per evitare emorragie economiche che possono rivelarsi drammatiche».
La dinamica del raggiro
Tutto avviene tra l’1 aprile e il 16 settembre 2019 quando Zikica Fiser trasloca spesso a Trieste per incontrare la signora, ex docente di Lettere e di famiglia benestante. La conoscenza era avvenuta in un caffè dove l’uomo, spacciandosi per medico, cercava la preda ideale, trovata nella piacente pensionata purtroppo fragile in quanto colpita da una forma di demenza. Con mille scuse lui, sedicente medico, l’avvicina, poi coltiva quel legame che da amichevole diventa romantico, riempiendo la donna di mille attenzioni, di fiori, di regalini e sfogandosi sulle avversità (false) di una vita che gli avrebbe regalato (si fa per dire) prima un figlio ammalato e poi morto, poi un’amica vittima di un incidente finita in carcere e bisognosa di un legale, infine una grave malattia al cervello e ai reni guaribili solo con una costosa operazione in Germania. Poco alla volta la signora dona all’amico bonifici per un totale di 60 mila euro e due assegni di 10 mila e 4200 euro.
L'intervento della famiglia e la denuncia
Alla sorella, che preoccupata aveva sentito alcune telefonate tra i due, la pensionata non sa fornire precise informazioni su quell’amico che l’accompagnava in filiale per i bonifici mentre la nipote padovana, molto preoccupata, presenta una denuncia nella stazione dei carabinieri in Prato della Valle. Nel frattempo, attivato dai familiari, l’avvocato Frattallone sollecita la nomina di un giudice tutelare per proteggere la pensionata e il suo patrimonio, mentre in parallelo va avanti l’indagine penale chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Fiser. Nel processo di primo grado vengono chiamati a testimoniare sia gli impiegati della banca sia un investigatore privato Fabrizio Donvito incaricato dal legale di parte civile di svolgere alcuni accertamenti come il comandante dell’Arma di Prato della Valle Giancarlo Merli. A oggi non un euro è stato versato alla parte civile da parte dell’imputato.