La mamma di Alex Marangon: «Non si è ucciso da solo, gli hanno fatto bere anche altre sostanze»
La fuga di notizie ancor prima dell’arrivo di un documento ufficiale per attestare una verità che per Sabrina Bosser, la sua mamma, è cosa assodata: Alex ha ingerito l’erba allucinogena ayahuasca nella notte tra il 29 e il 30 giugno scorso, la notte in cui è morto, appena venticinquenne, mentre stava partecipando ad un rito sciamanico per trovare sé stesso all’abbazia di Santa Bona di Vidor. La famiglia ora si rivolge alla procura chiedendo che si iscriva al registro degli indagati chi ha ceduto quella sostanza ad Alex.
Sabrina, sono trapelate le notizie sull’esito del tossicologico eseguito sul corpo di suo figlio Alex, confermano che abbia assunto l’erba sudamericana. Come ha preso questa notizia?
«E la notizia che stavamo aspettando e non è una novità che abbia assunto l’ayahuasca e che, con lui, l’abbiano usata tutti quella sera. Alex non ha mai mentito, neanche il suo corpo lo può fare. Mentre altri continuano a farlo».
Lei è convinta che qualcuno sta mentendo?
«Qualcuno ha mentito e più di qualcuno sperava che la cosa non uscisse mai. Tutti hanno mentito su quello che è stato usato quella sera, ma speravano non sarebbe mai venuto fuori. I presenti hanno parlato di purghe. Ma quali purghe: si tratta di ayahuasca».
Avete in mano qualcosa di ufficiale?
«No, non abbiamo nulla di ufficiale in mano, non abbiamo nessun documento, neanche una comunicazione dalla Procura. Nessuno ci ha contattati né informati sulle indagini».
Che cosa vi aspettate adesso?
«Gli inquirenti stavano aspettando gli esiti del tossicologico per dare una direzione alle indagini, ora mi auguro che le cose si muovano e che qualcuno venga iscritto nel registro degli indagati. Alex non si è ucciso da solo, come è chiaro che non si è trattato di un incidente. Mio figlio non è andato lì a sballarsi, ma per sentirsi meglio attraverso un ritiro spirituale. Alex non era un drogato e non è morto di questo».
Però nel suo corpo è stata trovata traccia di ayahuasca, una sostanza illegale.
«Sì, ma qualcosa non quadra. Ci sono persone che per potenziare l’effetto allucinogeno utilizzano e mischiano altre sostanze. Ci sono dei ciarlatani che buttano dentro di tutto, come dei pusher. C’è qualcosa che non torna, stanno mentendo».
Pensa che si andato storto qualcosa con le sostanze assunte quella notte?
«Non è lui il tossico, quella roba gliela hanno somministrata lì all’abbazia, dentro la chiesetta, non se l’era certo portata da casa. Gliela hanno data loro. Volevano far passare Alex come il tossico che è andato lì a drogarsi, ma non è così, voleva solo frequentare un ritiro spirituale».
Lei sa che tipo di persone c’erano con Alex?
«Alex era il più giovane, quella sera hanno partecipato anche avvocati, medici, gente importante, perché questo tipo di eventi sta andando molto di moda ultimamente. Comunque gente anche molto più grande di Alex che ha molto da perdere con questa vicenda».
Secondo lei l’esito del tossicologico, riqualificherà l’immagine di Alex?
«All’inizio ci davano dei pazzi quando dicevamo che qualcosa non tornavano. Ora l’esito dell’esame dovrebbe confermare che una sostanza illegale è stata utilizzata, come noi abbiamo sempre detto. In fondo è una bella notizia».
E ora?
«Aspettiamo con fiducia di capire come procederà la Procura, in attesa della verità».