San Benigno, la casa delle associazioni diventa realtà
SAN BENIGNO CANAVESE
La casa delle associazioni al primo piano di palazzo Volpini, nella centrale via Papa Giovanni XXIII, è uno dei tasselli che compongono la visione dell’esecutivo targato Alberto Graffino. Una visione che punta a fare di San Benigno Canavese un paese a vocazione turistica, capace di generare positive ricadute sulle attività commerciali in crescita e un miglioramento della qualità della vita dei residenti.
Una visione che trova concretezza in un piano strategico composto da tanti elementi. Il sindaco le illustra in una lunga disamina seduto nel suo ufficio che, tanto per cominciare, ha trasformato in un accogliente salotto di ricevimento, tra antichi volumi e dipinti. Anche la riqualificazione del palazzo comunale rientra nella programmazione strategica. «Qui era come se tutto fosse ricoperto di polvere - esordisce Graffino -. L’ abbiamo rimesso a norma, sostituito gli infissi, rifatto i bagni, creato un salone di ricevimento per i matrimoni civili. L’abbiamo tinteggiato e abbiamo abbattuto le barriere architettoniche».
Il progetto della Casa delle associazioni ora è realtà: «Rientra nella logica di migliorare la qualità della vita e di favorire le attività culturali e sociali. Al piano terreno, dove prima c’era un istituto di credito, in locali da condividere, attraverso la gestione affidata a un comitato ad hoc, per il momento troveranno posto il Circolo delle donne, il Villaggio di Pollicino, l’associazione Decima arte e la Filarmonica. Sarà una fase sperimentale. E poi vedremo come proseguire. Al secondo piano c’è già la biblioteca con una piccola sala per incontri e conferenze. Tra le novità di prossima inaugurazione, passando al sociale, ci sarà anche un nuovo ambulatorio infermieristico in locali che si affacciano nel cortile del municipio. Lo facciamo dopo la sottoscrizione di una convenzione con l’Asl/To4 e in collaborazione con la locale delegazione della Lega italiana lotto contro i tumori, ma sarà il Comune a pagare l’infermiera».
Lo sviluppo turistico, a sua volta, è importante per il futuro: «Non è facile, poiché siamo un territorio di confine, e prima d’ora nessun amministratore ha creduto e investito nelle potenzialità turistiche. Eppure siamo il paese dell’Abbazia di Fruttuaria e di un ricetto in grado di attrarre migliaia di turisti. E poi siamo un paese che negli ultimi 10 anni è passato da 4.500 a 6mila residenti. Ci sono nuovi quartieri, ma le infrastrutture e i servizi vanno migliorati. Anche la pianta organica del Comune è insufficiente con soli 22 addetti. Di questi, tre sono agenti di polizia locale associati al Net di Volpiano. Il primo passo è stato la riqualificazione del centro storico con il rifacimento del manto stradale con cubetti di porfido e la messa in sicurezza di via Roma, la porta del ricetto con un investimento di 200mila euro finanziati per l’80% da Regione Piemonte. Proseguiremo con un collegamento pedonale tra il ricetto e le vie del centro, poi con la rifunzionalizzazione della torre Fasani per farla diventare sede di un museo dell’acqua ed esposizione permanente delle opere del pittore Pierre Octave Fasani che qui ha avuto il suo studio fino al 2004. Alcuni interventi stati fatti nel 2019 e ora dobbiamo trovare nuove risorse economiche».