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Effetto Sinner a Padova, è boom di iscrizioni al tennis

6-0, 6-0. È il sogno di tutti i tennisti, principianti e professionisti. Vincere due set a zero, polverizzando l’avversario e magari portandosi a casa una coppa. Un sogno che qualche anno fa aveva anche Jannik Sinner, oggi realizzato fino in fondo dopo essere diventato il numero uno al mondo.

Anche a Padova ci sono tanti piccoli e grandi sognatori, che di Sinner hanno il poster in camera o lo sfondo sullo smartphone. Sono gli stessi che negli ultimi mesi hanno iniziato a riempire i campi di tennis della città.

Lo stesso accade per i campioni dell’atletica, del nuoto e della ginnastica artistica, che agli ultimi Giochi olimpici e paralimpici di Parigi hanno collezionato medaglie, talmente luccicanti da attrarre nuovi futuri campioni.

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«Abbiamo registrato almeno il 50% di prenotazioni di campi in più nell’ultimo periodo. Quando vinceva Alberto Tomba tutti volevano sciare, ora tutto vogliono giocare a tennis» dice Gianfranco Barbiero, direttore del settore agonistico tennis al Plebiscito, tra le strutture sportive più illustri di Padova.

Effetto Sinner

Si chiama “effetto Sinner” e nell’anno delle Olimpiadi abbraccia anche altri sport considerati più di nicchia rispetto al calcio, che continua ad essere il più amato.

In numeri, questi effetti poi si traducono soprattutto nelle iscrizioni e nelle prenotazioni dei campi per quanto riguarda il tennis e nell’avvicinamento alle palestre e alle piscine per gli altri sport: «Al Plebiscito andiamo già forti perché siamo un’eccellenza del tennis a Padova e non solo – prosegue Barbiero – ma è ovvio che la scalata di Sinner ha contribuito a far aumentare i nostri iscritti, soprattutto al Centro sportivo 2000. E devo dire che Sinner ha risvegliato anche gli adulti, che prenotano di più i nostri campi. È oggettivamente uno sport costoso e anche per questo molti mollavano subito, mentre adesso durano di più. I campioni tirano tantissimo. Mi ricordo che ai tempi di Panatta eravamo anche in 12 sullo stesso campo, cosa che ora sarebbe impossibile».

A Padova il tennis spopola quindi anche grazie a Sinner: «C’è un euforia dilagante – conferma Andrea Massaggia, presidente della Canottieri, che ha ospitato anche tornei internazionali di tennis –. Ciliegina sulla torta questi ultimi dieci giorni con gli Us Open. Negli ultimi mesi Sinner è stato indubbiamente un acceleratore importante sia per i bambini e i ragazzi, con più iscritti ai corsi, che per gli adulti, che hanno iniziato a giocare due volte a settimana anziché una sola».

Le medaglie

Ma non c’è solo il tennis. Dall’oro e il bronzo di Alice D’Amato e Manila Esposito, all’argento a squadre nell’artistica al doppio bronzo di Sofia Raffaeli e alle Farfalle.

La ginnastica azzurra ha scritto pagine indelebili di storia a Parigi 2024: «Abbiamo fatto il pienone agli Open Day – rivela Francesco Schiavo, allenatore e amministratore unico della società sportiva che gestisce l’impianto Palaindoor –. Ora vedremo se le iscrizioni aumenteranno, ma servirà un altro mese per dirlo. Però siamo ottimisti. A volte sono più gli adulti che, vedendo le olimpiadi, poi scoprono altri sport e iscrivono i loro ragazzi».

L’atletica leggera a Parigi non ha brillato, anche per sfortuna, visto che i campionissimi Jacobs e Tamberi si sono infortunati.

Però gli azzurri si sono comunque fatti valere e i risultati si vedono anche nelle piste padovane: «C’è interesse superiore e maggiore rispetto agli altri anni e succede ogni volta che ci sono olimpiadi – conferma Sergio Baldo, vice presidente vicario Fidal e direttore tecnico delle Fiamme Oro Padova –. Però non parliamo del boom del 2021, quando le medaglie furono tante e inaspettate. E poi, subito dopo il Covid, tutti volevano fare sport all’aperto e addirittura eravamo arrivati ad essere a corto di allenatori. Abbiamo tante richieste di prova e il sentimento è positivo».

Gli stimoli

Ceccon, Paltrinieri, Martinenghi hanno portato a casa medaglie pesanti per il nuoto e anche questo ha contribuito a riempire le piscine padovane: «Sicuramente abbiamo aumentato i numeri, ma la considerazione che mi sento di fare è che anche i Giochi paralimpici hanno avuto i loro effetti – chiude Gianfranco Bardelle, ex presidente del Coni a Padova e patron di Padovanuoto – Se qualche anno fa solamente il dieci per cento di persone con problemi motori faceva sport, oggi siamo vicini al 40-50%. Questo è merito dei giochi, perché sono riusciti a trasmettere un messaggio positivo e ad avvicinare persone che non lo avrebbero mai fatto prima. Compresi gli anziani, che invece di passare il tempo seduti in poltrona a guardare la Tv lamentandosi dei dolori, hanno deciso di combatterli».

Il nuotatore e dottorando di Neuroscienze Francesco Bettella e la triatleta studentessa di Biologia molecolare Francesca Tarantello hanno portato a casa delle medaglie “della vita” più pesanti di tutte le altre, lottando nei rispettivi sport senza vedere e su una sedia a rotelle.

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