Cane pastore attacca una mandria: 18 asini muoiono nel dirupo
Diciotto asini morti sulla quarantina di esemplari precipitati in un dirupo nella zona di malga Chiastelin, della Regola di Campolongo, che ha dato in gestione i pascoli al pastore lentiaiese Franco Dal Molin. Salvi i cavalli dello stesso allevamento che non si sono fatti braccare dal cane di media taglia sfuggito a un pastore trevigiano.
Una quarantina di animali sono stati attaccati e spaventati dal cane pastore, un meticcio di taglia media marrone-arancione, che la sera di sabato era scappato dal gregge di pecore che avrebbe dovuto governare. Il suo proprietario, un trevigiano, non lo vedeva più da sabato sera. Migliaia e migliaia di euro di danni.
Ieri mattina il disastro è stato scoperto dal pastore dell’enorme mandria di cavalli e asini per i quali era già iniziata la “desmontegada”: Franco Dal Molin era disperato. «Gli animali erano in cima a un salto e sono caduti giù», spaventati dal cane, spiega il presidente della Regola Del Fabbro.
Tra asinelli e cavalli, saranno un centinaio gli esemplari che passano l’estate in Val Visdende: una grossa parte di questi era già stata trasferita in pianura e ieri mattina Dal Molin e le persone che lavorano con lui avrebbero terminato il lavoro, portando in basso gli asini e i cavalli rimasti.
Ma una volta arrivati in zona malga, non riuscivano a credere ai loro occhi. «Quando sono arrivato in zona con altre persone che erano con me» racconta Dal Molin «abbiamo visto questo cane che andava avanti e indietro per il pascolo della malga: era una furia e spingeva giù gli animali che erano sul ciglio della scarpata. Purtroppo gli asinelli sono caduti: saranno stati una quarantina, almeno venti sono riusciti a salvarsi perchè sono rimbalzati sui corpi dei primi. I cavalli, invece, non si sono spaventati e sono scappati, ma gli asinelli no».
Un disastro in cui i lupi non c’entrano nulla, ma che ai più risulta inspiegabile: non si trova giustificazione all’aggressività del cane, tra l’altro utilizzato per scortare il gregge di pecore del trevigiano.
«Chissà che cosa gli è saltato in testa: siamo arrivati su ed era tutto un abbaiare furioso, qualcosa di incredibile», continua Dal Molin. «Ha spinto gli animali nella scarpata. Alla fine siamo riusciti a prenderlo ma ormai aveva fatto un massacro. Abbiamo fatto una foto e chiesto ai pastori della zona se era loro scappato un cane. Il pastore trevigiano ci ha detto che era suo ed è venuto a riprenderlo: era distrutto anche lui per quel che è accaduto, è stato anche nobile, niente scuse ma era molto rammaricato. Purtroppo agli animali ci si affeziona e per noi è una grande perdita».
Una cinquantina gli asinelli allevati per passione e che attendevano di essere riportati in zona Caorle da Dal Molin. Di questi una quarantina sono precipitati; i venti che si sono salvati sono stati riportati uno a uno dal fondo della scarpata dal personale che ha aiutato il pastore. Nell’area di Malga Chiastelin sono arrivatii i vigili del fuoco di Santo Stefano, l’elicottero dei vigili del fuoco di Venezia, il personale della Forestale, i veterinari e anche il presidente della regola di Campolongo che ha affidato i pascoli e la gestione della malga: tutti a salvare il salvabile.
«Non posso che ringraziarli tutti» dice quasi piangendo Dal Molin «Li abbiamo portati su uno ad uno. Poi c’era vento e l’elicottero non è riuscito a muoversi. Domani (oggi, ndr) dovremo recuperare quelli morti. Vorrei ringraziare tutti e anche Aldino (Del Fabbro) che è venuto su e ci ha dato una grossa mano». Domani il lavoro continua e anche la conta dei danni: il pastore trevigiano pare sia assicurato.