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Tagliate del 50% le ore del servizio di sostegno agli alunni disabili a Monfalcone

Meno assistenza, tagli all’attività del personale che assiste alunni fragili e, a cascata, stipendi più magri per gli operatori, messi al corrente dei fatti soltanto a inizio anno didattico. Un incipit che prospetterà qualche disagio per le famiglie del Basso Isontino. L’assemblea dei sindaci ha deliberato il 4 settembre un «taglio drastico» – quantificato ieri mattina in «233 ore alle settimana» – del servizio educativo scolastico e domiciliare a favore di minori con disabilità non grave, ma in regolare possesso di certificazione ex legge 104/92, programmato fino a fine anno.

L’abbattimento del monte ore, stimato nel 50%, coinvolge «34 su 43 figure di sostegno», dipendenti per i quali Àncora servizi, il soggetto cui l’Ambito socioassistenziale del Basso Isontino aveva a suo tempo affidato le prestazioni, su gestione e coordinamento dell’ente capofila Monfalcone, ha sempre ieri avviato le procedure del Fis, il Fondo integrazione salariale, sorta di “cassa” per gli addetti delle cooperative. L’ha reso noto la Funzione pubblica Cgil, che segue da vicino il caso, con il segretario provinciale Alessandro Crizman. Un problema in queste ore rilanciato già dalla Sinistra con un’interrogazione a firma dei consiglieri Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo. Mentre il presidente dell’Ambito Stefano Vita rimarca che la decisione «è stata assunta all’unanimità» e che è motivata dall’«assenza di fondi: non potevamo tagliare su altre voci e per contro abbiamo registrato aumenti significativi sulle spese, ma c’è l’impegno a valutare se più avanti è possibile ripristinare le ore, trovando i fondi». La decurtazione impatta fino al 31 dicembre, dice. Il sensibile taglio delle ore prestate dagli educatori della società cooperativa sociale per l’assistenza a minori viene ricondotto da Àncora a «specifico orientamento» dell’Assemblea dei sindaci, che ha comportato la «riduzione del 50% delle attività», questo per le «situazioni non rientranti nella gravità» e relative all’anno 2024/2025.

Durissima la presa di posizione sindacale «a seguito dello “stato di crisi” intrapreso dall’azienda», rimasta spiazzata. Sostiene Crizman: «È stato tutto molto veloce e io stesso non ho ancora avuto modo di leggere il verbale dell’assemblea, di certo chiederemo un incontro a tutti i sindaci del del Basso Isontino, che su questo dovranno metterci la faccia». Crizman riferisce che i dipendenti, lì per lì, avrebbero subito scioperato, ma siccome sarebbe ricaduto sull’utenza, parimenti colpita, s’è rinunciato a favore di «altri mezzi di protesta per sensibilizzare la gente». Fp Cgil ha prodotto quindi un comunicato, dove si legge: «Sembra che i bambini disabili del nostro territorio, presumibilmente in assenza di miglioramento clinico, abbiano all’improvviso “bisogno” di metà delle ore di assistenza di cui avevano necessità fino a ieri. Ciò non solo incide gravemente su quantità, qualità e livello di assistenza data agli alunni disabili, ma anche sul lavoro degli educatori di cooperativa che si vedranno ridotto della metà l’orario di lavoro e lo stipendio, da parte di Àncora. Due fasce deboli della popolazione trafitte in un colpo solo». Poiché «solo metà delle necessità di questi bimbi verranno sostenute dai Comuni». Che ne è – chiede la Cgil – del «messaggio dato nelle recenti Paralimpiadi» o delle «belle parole dette da tutti davanti alle medaglie degli atleti diversamente abili?. Sono questi l’entusiasmo e la competenza con cui Monfalcone affronta i temi legati all’integrazione delle persone con disabilità nella comunità cittadina?». «Speriamo – conclude Crizman – di rimanere il “punto più a nord del Mediterraneo” e non la città che dimezza le ore di assistenza ai disabili».

Intanto si muove l’opposizione: «Abbiamo presentato un’interrogazione urgente al Comune dopo aver ricevuto diverse segnalazioni in merito a un taglio importante delle ore dedicate ai bambini con disabilità per una mancanza di fondi». «Grave» che un Comune come Monfalcone «che si vanta costantemente di aver ricevuto fondi come non mai da Regione e Stato oggi tagli un servizio perché sostiene di non avere i fondi sufficienti – ancora Morsolin e Saullo –. Riformulare i progetti di cura e sostegno per motivi meramente economici è la più concreta rappresentazione di cosa succede quando la destra illude i cittadini di poter eternamente ridurre le spese pubbliche senza conseguenze negative. Non è così. Le conseguenze ci sono, solo che le pagano le parti più fragili». La Sinistra chiede «l’immediata revoca della decisione

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