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Capolavoro Udinese: va sotto, poi ribalta il Parma. E’ la  capolista solitaria

Diavolo di un Runjaic. Vince anche a Parma rimontando due gol di svantaggio e porta l’Udinese dove non si trovava da 13 anni, al primo posto solitario in classifica.

Allora l’impresa riuscì a Guidolin ancora più in là nella stagione, dopo 7 giornate del campionato 2011-’12, ma se il buongiorno si vede dal mattino questa Udinese, prima a quota 10, ha dei buoni margini di miglioramento e tante soluzioni tattiche che le permetteranno di crescere e far divertire i suoi tifosi.

L’esempio lampante quando mister Kosta ha corretto in corsa il proprio piano tattico, un inedito 3-5-2 che nel primo tempo ha avuto il sapore a tratti del modulo dell’anno precedente, anche se l’aggressione alta e la tendenza a costruire gioco è stata comunque una prerogativa bianconera, in rapporto a quanto proposto dal Parma, decisamente ancorato al suo 4-2-3-1, nato per dare ampiezza alla manovra allargando i “terzini”, Delprato e Coulibaly, e i due trequartisti esterni, Man e Cancellieri.

Pronti, via e l’Udinese va in svantaggio pagando dazio proprio alle sovrapposizioni sulla sinistra. Corner concesso da Karlstrom dopo che Payero si era fatto attrarre in avanti: sulla battuta lo stesso svedese fa sfilare il pallone che Delprato impatta al volo per metterlo alle spalle di Okoye.

Una doccia gelata anche per i tifosi dell’Udinese che erano appena entrati (almeno un centinaio) dopo minuti e minuti in preda al traffico all’uscita autostradale.

Dalla panchina il tecnico tedesco predica calma, in definitiva ci sono poco meno di 90 minuti per ribaltare il risultato. Il problema sono sulle fasce. Facciamo un esempio per capirci: se il 3-5-2 lo fai con Molina e Udogie – tanto per citare due illustri ex ora all’Atletico Madrid e al Tottenham, non nel Borgorosso Football Club – sulle corsie laterali è una cosa, un’altra sono Ehizibue (a destra) e Kamara (a sinistra). In barca vanno soprattutto i compagni di “catena” del franco-ivoriano, Payero, abulico nelle ripartenze, e Giannetti, letteralmente in bambola in più di qualche occasione.

A proposito: le occasioni comunque arrivano, ma sono più che altro dei pezzi di bravura di Thauvin che prima si mette in proprio con una sforbiciata che sfiora l’incrocio e, nel finale della frazione, lancia con un sinistro millimetrico dalla trequarti difensiva Lucca verso l’area ducale: controllo e destro che sbatte sul palo interno a portiere battuto ed esce dallo specchio. Nel frattempo, tuttavia, il Parma aveva proseguito a recitare la propria parte con cinismo, raddoppiando: due tiri, due gol.

Nell’intervallo Runjaic cerca di correggere il proprio 3-5-2 e, visto che non si fida troppo delle alternative sulle fasce, toglie i già citati Payero e Giannetti per inserire Ekkelenkamp e Kabasele.

Il belga a destra (con Kristansen dirottato sull’altro fianco di Bijol) dà tranquillità a Ehizibue, mentre l’olandese ha il pregio di coprire il centro-sinistra nelle due fasi (alzandosi per riproporre a tratti il 3-4-2-1) e libera Kamara che finalmente riesce a fare quello che si chiede a un esterno del 3-5-2, il traversone per un duemetri come Lucca che infatti ci mette la testa per accorciare le distanze. Il secondo round di sostituzioni mister Kosta lo utilizza per rivoltare la gara come un calzino.

Vede Lovric in crisi di ossigeno e lo rimpiazza con Zarraga, poi toglie Lucca e inserisce Davis che diventa un fattore.

L’inglese è devastante nelle sponde. Prima ci mette la testa per favorire il diagonale di Thauvin per il 2-2. Quindi, in superiorità numerica (espulso Keità per doppia ammonizione), altra torre per Ekkelenkamp che chiama in causa Chichizola per un miracolo, ma il portiere ducale nulla può su un altro sinistro in diagonale del numero 10 francese, autentico mattatore della serata.

Il finale è da brividi. Per avere energia Runjaic richiama in panchina Thauvin per Brenner: è la mossa che mette il risultato nel ghiaccio, come una buona “bollicina”.

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