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Cinque uffici postali aperti solo il mattino, la Cgil: «Disservizio per migliaia di cittadini»

Un servizio che viene a mancare per una vasta platea di utenti appartenenti a cinque comuni padovani. La Cgil Padova e la Slc Cgil Veneto lanciano l’allarme: in cinque uffici postali della provincia verrà confermata la chiusura pomeridiana, una misura che doveva essere temporanea introdotta con l’esplosione della pandemia da Covid. Interessati dal provvedimento che riduce l’orario di apertura, gli uffici di Abano Bagni, Limena, Montagnana, Selvazzano e Vigonza. Rimarranno definitivamente aperti solo il mattino.

La denuncia del sindacato

«Un ulteriore colpo alla qualità dei servizi» la critica di Marianna Cestaro, segretaria confederale della Cgil di Padova e Stefano Gallo, funzionario di Slc Cgil Veneto. «E temiamo che sia solo l’ultimo provvedimento in tal senso di una lunga serie di cui non vediamo la fine. Ma le comunicazioni che abbiamo ricevuto sono certe: diversamente da come ci era stato comunicato in un primo tempo, 5 uffici postali nella provincia di Padova vedranno confermato il passaggio al mono-turno, ossia continueranno a rimanere chiusi al pubblico il pomeriggio e cesseranno anche i servizi di consulenza. La chiusura pomeridiana era una misura che era stata introdotta con l’esplosione della pandemia da Covid» ricordano i sindacalisti, «e che, secondo quanto ci avevano riferito, era assolutamente temporanea e dettata esclusivamente da motivi sanitari. E pensare che noi speravamo che ci comunicassero il ritorno al doppio-turno».

Secondo la Cgil la scelta di Poste Italiane non tiene conto delle esigenze dei territori, dell’alto numero di residenti di alcuni comuni (per esempio a Selvazzano la popolazione è superiore ai 20 mila abitanti): «Continuerà a creare dei prevedibili disagi ai cittadini, soprattutto in quei Comuni dove a essere chiuso di pomeriggio è l’unico ufficio postale presente, vedi Limena, Montagnana e Vigonza. Ed è una scelta, tocca ripeterlo per l’ennesima volta, dettata esclusivamente dalla carenza di personale che si registra un po’ ovunque. E non è che nel frattempo» insistono i due sindacalisti, «si stia cercando di potenziare il servizio in qualche altro sito: no, chiudono definitivamente e basta. Questo significa, per esempio, che i cittadini di Montagnana, i pomeriggi, dovranno continuare ad andare a Este. Sono più di 15 chilometri, quasi mezz’ora d’auto. Ma a Poste Italiane non interessa se le ricadute delle sue scelte gravano tutte sulla cittadinanza, in particolare di chi vive in provincia».

E il personale?

I sindacalisti concludono con un allarme occupazionale: «Inutile aggiungere che una riduzione degli orari di servizio comporta anche, di riflesso, una riduzione del personale. E questo nonostante la grave carenza che già si registra in molti uffici postali, dove non è raro che a essere presente ci sia un unico dipendente, il direttore. Un quadro desolante» l’ultima considerazione di Cestaro e Gallo, «mentre all’orizzonte non si vede nessun piano industriale». Da Poste Italiane nessuna replica sulla questione.

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