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Un piano sul pericolo alluvioni: il torrente Rosandra osservato speciale

Un territorio “osservato speciale”, considerato fragile in quanto attraversato da torrenti e rii, tutti a rischio esondazione, con ampie aree pianeggianti, vulnerabile preda di allagamenti, in particolare quando sulla zona si abbattono le bombe d’acqua. È quello di San Dorligo della Valle, che, proprio in occasione delle ultime forti piogge, ha rivelato carenze dovute a varie cause, a cominciare dall’assenza di adeguate strutture a difesa sia delle abitazioni, sia delle numerose aziende operative in zona e fino a Muggia.

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L’amministrazione comunale e quella regionale stanno stringendo i tempi, in vista di una serie di incontri che dovrebbero sfociare nella redazione di un piano a tutela del territorio. «Entro ottobre – annuncia il sindaco, Alessandro Coretti – avremo un confronto con la Regione, per individuare i primi provvedimenti da attuare e pianificare un progetto di difesa del territorio che sappiamo essere indispensabile. Sono ottimista perché dai primi colloqui preliminari avuti la sensazione è stata buona».

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Un primo contatto ufficiale sul tema c’era già stato due anni fa, quando, sotto la precedente amministrazione comunale, il municipio di San Dorligo della Valle aveva inviato alla Regione una relazione sui corsi d’acqua presenti nel territorio, fatto dallo studio Bosso & Rota. Nel documento si diceva fra l’altro che «le situazioni di criticità presenti lungo le direttrici di deflusso sono riconducibili ad abbandono del territorio e mancanza di manutenzioni, interventi antropici, spesso riconducibili ad abusivismo (recinzioni, muri di sponda, “ponticelli” in alveo), abbandono di rifiuti di ogni genere.

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Conseguentemente, a parziale soluzione, risulterebbe auspicabile la periodica pulizia degli alvei, con taglio e asporto della vegetazione presente in tali ambiti, l’asporto dei rifiuti abusivamente scaricati e presenti nei tratti di alveo, in particolare in adiacenza alla viabilità, la demolizione delle opere abusive che ostacolano il deflusso stesso delle acque lungo gli alvei». Un attestato di rischio in piena regola dunque.

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«A quanto risulta – spiega il vicesindaco, Marko Savron – il nostro Comune non ottenne alcuna risposta in merito e quello studio rimase lettera morta, mentre a giudizio dell’amministrazione comunale si trattava di una documento da prendere in seria considerazione e dal quale far partire una serie di azioni utili per la tutela del territorio».

Risalendo ancora più indietro nel tempo, nel 2012, la Protezione civile della Regione, entrando nel merito della famosa operazione sul torrente Rosandra che provocò anche conseguenze giudiziarie poi finite in nulla, precisò che «il regime del torrente Rosandra è caratterizzato da episodi di piena decennale che, nel corso superiore, mettono a rischio le abitazioni rivierasche e la viabilità comunale, mentre nel corso inferiore determinano dannose esondazioni nella zona industriale del comune di San Dorligo della Valle.

L’abbondanza di vegetazione arborea ed arbustiva infestante l’alveo del torrente Rosandra – così il testo – è dovuta alla pluridecennale mancanza di manutenzione dell’alveo stesso ai fini del mantenimento della sua officiosità idraulica.

Ogni sindaco per il proprio Comune – questa la sottolineatura dell’organo regionale – in quanto prima autorità dello stesso, rappresenta infatti anche la prima autorità di protezione civile ed è pertanto investito della responsabilità, anche sul piano penale, di garantire l’incolumità dei propri cittadini. Infine si segnala che l’intervento di prevenzione urgente di taglio della vegetazione infestante l’alveo del torrente Rosandra costituisce un intervento urgente di prevenzione di protezione civile». —

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