Il giallo delle caliere alpine: ricomparse dopo la denuncia
Fine settimana di passione per gli alpini del gruppo di Lamon che venerdì mattina hanno scoperto che le due grandi “caliere” da polenta, poste all’esterno della sede ed empite di acqua per la pulizia di rito, erano sparite. Erano sparite ma sono anche ricomparse, ieri, quando è girata voce che c’era una denuncia di mezzo presentata ai carabinieri.
Chi le ha fatte ricomparire ha detto di aver agito per metterle in sicurezza. E gli alpini non hanno avuto ragione di dubitare della buona fede. Anche perché il sollievo provato ha messo da parte qualsiasi risentimento per la preoccupazione patita. Le avevano cercate ovunque infatti, dentro fuori nei dintorni della sede, arrivando alla deduzione che fossero state rubate.
Ma da chi? Di certo non dai turisti della festa del fagiolo o dalla gente del posto, hanno ammesso fra loro i sodali con il segretario Mario Toigo, che c’era rimasto malissimo. Più facilmente si pensava a una banda organizzata che monetizza il rame: furti di rame anche nei cavi elettrici sono stati commessi in passato per alimentare il commercio sommerso.
E con il rame, in quei paioli di fine anni Settanta, di certo il “fabriciere” di quell’epoca non aveva giocato al risparmio. Un valore, quindi, affettivo prima di tutto ma anche pecuniario dato che ognuna di essi, dotata di bruciatore e con una capienza di 40 chili di polenta, arriva a costare almeno mille euro al pezzo.
Dopo qualche giorno, il capogruppo Italo Poletti con il suo staff ha fatto denuncia di scomparsa dei manufatti ai carabinieri. Ma a distanza di un paio di giorni, si sono dissolti ansia e dispiacere di aver perduto per sempre le due caliere.
«Siamo felici che tutto si sia risolto per il meglio», spiega Mario Toigo, segretario di un gruppo che ha coinvolto, per affinità e vicinanza all’operato virtuoso degli alpini, anche il consigliere comunale Gino Pante. Che fino a ieri, cioè fino a quando non si è risolto l’arcano, non voleva credere che fosse stato fatto un furto di oggetti tanto iconici e importanti per un gruppo di benefattori.
La vicenda a lieto fine diventa così l’occasione per ribadire, ancora una volta, il bene che fanno gli alpini alla comunità. Anche con le preziose caliere che sono servite, giovedì della settimana scorsa, per preparare decine di chili di polenta fumante da offrire allo stand dedicato alla Lamonese Calcio.
Finita l’operazione, i grandi recipienti sono stati riempiti di acqua calda per staccare i residui che si incollano alle pareti, con la previsione di provvedere al lavaggio il giorno dopo. Sia pure all’esterno però, come spiega il segretario Mario Toigo, i paioli sono posizionati in un punto defilato e un po’ nascosto sul retro della sede degli alpini. Quando però venerdì scorso non si sono ritrovati, sono venuti pensieri brutti.
«Impossibile rimuoverli a mano perché il peso di ciascuna caliera è tanto, ma nulla ci ha impedito di pensare che con un furgoncino si sarebbero potute caricare e portare chissà dove».
È successo invece, come è stato spiegato da chi le ha prese in consegna senza avvisare i “padroni di casa”, che proprio per prevenire tentazioni, visto il valore dei manufatti, siano state messe al sicuro. «Tutto risolto» dicono gli alpini. E gli fa eco lo stesso Gino Pante. «Si è così chiarito quello che sembrava un giallo e non lo è mai stato, nonostante avessimo temuto il peggio».