La sfortuna si accanisce con Matteo Berrettini: nuovo infortunio e ritiro a Tokyo. Era in vantaggio con Fils
Ancora una volta il fisico tradisce Matteo Berrettini. Il romano è costretto a ritirarsi dal secondo turno del torneo ATP 500 di Tokyo a causa di un guaio addominale. Aveva vinto il primo set al tie-break (7-5) contro il francese Arthur Fils, che va così ai quarti di finale anche se decisamente non nel modo che avrebbe voluto. Per l’azzurro una forte amarezza, considerando che il Giappone doveva servirgli da trampolino di lancio per continuare un percorso che lo stava (e speriamo di poter dire ancora sta) riportando verso le zone alte del ranking mondiale.
Dura circa dieci minuti il proposito di Fils di non concedere spazio a Berrettini al servizio: il romano, infatti, va subito a piazzare il break nel terzo gioco. Il francese si ritrova di nuovo sotto 15-30, poi deve concedere un’altra chance all’ex numero 6 del mondo, annullata con una buona prima al corpo, mentre l’altra la toglie di mezzo con un comodo smash. La reazione di Fils prova ad arrivare, e ha la forma di un 15-30 trovato con un gran dritto, solo che Berrettini al servizio non è uno qualsiasi e in 30 secondi si rimette a posto.
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Il game va però ai vantaggi, il transalpino ha una palla del 4-4 e sfrutta un dritto in rete da fuori dal campo del capitolino per pareggiare la situazione. Per l’azzurro anche un set point da salvare sul 5-6, con un rovescio lungolinea vincente, poi si va al tie-break, che si produce in un andamento a dir poco strano: 3-0 Berrettini, 4-3 Fils, poi ancora minibreak per il romano, recupero del francese su improbabile palla corta dell’italiano, gran discesa a rete di Matteo per il set point, che trasforma con un pallonetto irreale in corsa.
I problemi, però, per l’azzurro iniziano già dal 6-5, perché non esulta e chiama subito medical timeout per un problema addominale. Difatti, dopo un solo game del secondo set, è proprio questo guaio fisico a costringere Berrettini al ritiro. Una fine del tutto non voluta dopo poco più di un’ora di gioco e l’ennesimo guaio fisico per Matteo. Di fronte a questo, ogni numero assume un’utilità molto relativa.