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Taser agli agenti della Polizia Locale di Monfalcone: sperimentazione di sei mesi

A Monfalcone, lo afferma il Comune, gli interventi della Municipale su persone pericolose oppure alterate da alcol o stupefacenti «sono aumentati sensibilmente». Diretta conseguenza: la massima assise lunedì metterà al voto l’approvazione del Regolamento per la sperimentazione dell’arma a impulsi elettrici da parte del corpo di Polizia locale. I taser, storditori che funzionano attraverso una scarica di intensità tale da immobilizzare i muscoli del corpo e sostanzialmente neutralizzare l’esagitato di turno, sono per ora in dotazione solo agli agenti della Polizia di Stato e ai Carabinieri del nucleo radiomobile. L’amministrazione tuttavia li ritiene «strumenti ormai indispensabili per garantire la sicurezza degli operatori» e dei cittadini coinvolti durante gli «interventi su persone pericolose oppure alterate da alcol o stupefacenti» nei confronti delle quali le azioni appunto «sono aumentate sensibilmente».

La sperimentazione

Il tema è stato trattato mercoledì pomeriggio in Commissione III. Il vice reggente Antonio Garritani ha esposto la bozza di delibera ai consiglieri, dopo che l’amministrazione «ha valutato positivamente la richiesta di più di qualche agente» (il Pd in Aula con la capogruppo Lucia Giurissa ha chiesto conto dei dati sull’aumento di questi interventi su base triennale e su quanti vigili esattamente abbiano sollecitato l’introduzione del dispositivo). La sperimentazione si protrarrà «per sei mesi» e coinvolgerà «due operatori su base volontaria con la qualifica di agente di pubblica sicurezza, impartita dal Prefetto». Se avrà esito positivo, l’arma diventerà dotazione di reparto del corpo. Poiché al termine dei test, il sindaco – previa deliberazione giuntale – ne valuterà l’adozione in via definitiva, precisandone il numero e le modalità. L’eventuale fornitura sarà di una ditta statunitense «monopolista in Italia»: l’ha riferito l’amministrazione.

Le perplessità dell’opposizione

Garritani, dall’alto della sua esperienza professionale, ha ribadito l’esigenza della pistola a impulsi elettrici («Serve a proteggere i nostri agenti dai malintenzionati nei servizi esterni»), ma sul punto Cristiana Morsolin della Sinistra ha espresso perplessità sul fatto che si parlasse di soggetti dediti all’abuso di alcol o sostanze psicotrope. Vero è che la bozza di Regolamento prevede specifici paletti: dopo l’utilizzo l’agente, «a prescindere alle condizioni in cui versa il soggetto attinto» deve richiedere «l’intervento del personale sanitario del 118» e «mantenere costantemente sotto controllo» la persona. E solo con l’ausilio degli uomini dell’Emergenza «procederà alla rimozione dei dardi».

Le limitazioni

Inoltre «dovrà essere evitato l’utilizzo dell’arma in presenza di gradini e di altri elementi architettonici e di arredo spigolosi o acuminati». Altresì, la pistola elettrica «non potrà essere utilizzata nei confronti di soggetti in evidente stato di gravidanza o di disabilità motoria, nonché nei confronti di soggetti che dichiarino chiaramente di essere portatori di pace maker o altro dispositivo di regolarizzazione cardiaca ovvero su soggetti che si siano cosparsi di liquidi o sostanze infiammabili».

“Un buon compromesso”

Soppesata davanti ai commissari la possibile obiezione di un utilizzo del taser su soggetti portatori di malattie croniche, Garritani ha sentenziato: «Chi opera in strada non lo può sapere, ma è una situazione residuale, poiché un cardiopatico in genere non va a far risse per strada». Il vice ne ha ricondotto l’impiego nell’alveo della deterrenza («Molte volte il soggetto desiste dai comportamenti già solo quando l’agente gli fa vedere la pistola»): «È un buon compromesso tra non avere niente e dotarsi di un’arma da fuoco». Inoltre «la temporanea inabilitazione», dopo la scossa, «dura qualche secondo, il tempo necessario a bloccare il malintenzionato». Il Comune ipotizza di addestrare 10 agenti.

I dubbi

Davide Strukelj (Progressisti) prima di lasciare l’aula ha manifestato dubbi sul fatto che non risulta specificato quali siano precisamente gli elementi di osservazione utili a tirare poi la riga sulla valutazione: «Mi pare approssimativo». Mentre Morsolin ha sottolineato la sua «preoccupazione», riservandosi l’analisi politica in Aula, lunedì, a fronte della circostanza che «nei paesi in cui proliferano le armi, l’effetto dissuasione non offre gli esiti riferiti, anzi».

«Come non mi tranquillizza il fatto che, lo leggo in delibera, c’è un maggior pericolo per gli agenti – ha proseguito – e ciò nonostante questa sia la città con più telecamere in assoluto. Rammento come queste ultime fossero state a suo tempo legittimate proprio in qualità di strumento di dissuasione: evidentemente non è servito, visto quanto ora apprendiamo». Gli agenti col taser – l’ha specificato Garritani – non percepiranno un’indennità particolare dal ricorso alla pistola elettrica: varrà quella di servizio esterno. Ça va sans dire che un agente non formato non potrà usarlo. —

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