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Il 70% delle imprese di commercio e turismo alla ricerca di personale

L’occupazione tiene anche se le aziende faticano a trovare personale, ma la condizione economica delle famiglie dei lavoratori del terziario permane in difficoltà. In Friuli Venezia Giulia, nel commercio e nel turismo i lavoratori indipendenti diminuiscono nel decennio come in nessuna altra regione d’Italia (-15,5% contro -8,6% nazionale), cresce invece la componente straniera. È l’analisi dell’Ente bilaterale del terziario (Ebiter) curata da Format Research, presentata dal direttore scientifico Pierluigi Ascani, e dal ricercatore dell’Ires, Alessandro Russo.

Il 70% delle aziende cerca personale

I dati rivelano che il 70 per cento delle aziende cerca personale dopo aver perso 6.200 lavoratori indipendenti in 10 anni. Cresce la componente straniera mentre l’imprenditoria femminile è inferiore rispetto a quella maschile. Se negli ultimi due anni quasi la metà delle imprese del terziario ha effettuato una ricerca di personale, il 33 per cento anche nel 2024, le previsioni stimano che 7 aziende su 10 cercano personale: il 42 per cento) per maggiore richiesta di forza lavoro, il 20 per cento per avere nuove competenze.

Dall’analisi emerge, inoltre, come oltre la metà (59,1%) delle persone che ha deciso di cambiare lavoro l’ha fatto per ricollocarsi in altri settori, il 34,2 per cento è andato in pensione o comunque si è ritirato dal lavoro, mentre il 16,7 per cento ha deciso di modificare il proprio stile di vita. Il 77 per cento delle imprese stenta a trovare il personale di cui ha bisogno. Dall’analisi di Ires, nell’ultimo decennio (2013-2023) il numero di lavoratori indipendenti nel commercio e nel turismo è diminuito del 15,5 per cento in regione, passando da 40.472 imprese a 34.211. È questa la contrazione più accentuata tra le regioni italiane.

Il calo dell’imprenditoria femminile

Il 60 per cento dei titolari delle ditte individuali (15 mila) sono maschi, rispetto al 40 per cento di imprenditrici donne. Questo dato è in controtendenza solo nel settore dei servizi legati al benessere, alle lavanderie, ai saloni di parrucchiera: in questo caso, la componente femminile rasenta il 79 per cento. Tutt’altra situazione, a esempio, in altri settori, come il commercio e la riparazione di auto e moto, in cui le donne sono solo il 5 per cento. Le aziende a conduzione femminile, inoltre, sono quelle che hanno subito un notevole calo nell’ultimo decennio, segnando un meno 19,5 per cento contro il meno 12,7 di quella maschile.

Nell’ultimo decennio si rileva anche un marcato processo di invecchiamento della classe imprenditoriale, in linea con le più generali dinamiche demografiche: i commercianti under 50 sono diminuiti di oltre novemila unità, in particolare tra i 40 e i 49 anni (-43,1 per cento), mentre crescono sensibilmente gli over 60 (2.437 unità in più).

Quasi 2 imprenditori su 10 sono stranieri

A oggi i titolari nati all’estero sono il 18,6 per cento: 14,8 extra europei e 3,8 proveniente da paesi dell’Unione europea. Nell’area giuliana si rileva la percentuale più elevata (21,4 per cento). Nell’ambito dei servizi di pulizia i titolari nati all’estero raggiungono il 29 per cento, mentre l’incidenza più bassa si riscontra nelle attività connesse all’informatica (6,5 per cento).

Dopo l’Italia, il principale Paese di nascita è la Cina, un primato questo riscontrabile anche nell’ambito della ristorazione e dei servizi alla persona. Per quanto riguarda il commercio al dettaglio prevalgono gli imprenditori originari del Marocco, nei servizi di pulizia quelli provenienti dall’ex Jugoslavia. Nonostante l’aumento del numero di stranieri, generalmente giovani, il grado di invecchiamento del settore rimane elevato, al punto che i titolari con meno di 30 anni operanti nel terziario (il 5,7 per cento del totale) sono addirittura meno numerosi degli over 70 (6,5 per cento).

Fondi anche per il 2024

Previsto dai Contratti collettivi nazionali del lavoro, coordinato a livello regionale e operativo grazie all’attività di comitati territoriali, l’Ente bilaterale è costituito tra Confcommercio Friuli Venezia Giulia e le organizzazioni sindacali dei lavoratori. «Sul programma 2023 – ha ricordato il presidente Fabio Pillon, nel corso della presentazione con il vicepresidente Adriano Giacomazzi – tra Terziario e turismo sono stati destinati 330 mila euro con risposte positive per oltre 200 imprese e un migliaio di lavoratori». Il programma 2024 è attivo, fino a esaurimento fondi, e le domande vengono evase in base all'ordine di arrivo. Informazioni su www.ebt.fvg.it. —

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