Alla scoperta di Udine con la Guida narrativa. Quattro percorsi per una visita originale della città
La Guida narrativa di Udine non è una guida convenzionale e non prevede percorsi turistici. Il lettore è libero di saltare da un racconto all’altro seguendo l’ispirazione del momento. La scrittura diventa un caleidoscopio attraverso il quale a raccontare la città sono voci diverse e diverse memorie. Sono nati così i trentatré racconti che compongono il volume, storie che parlano di rogge, piazze, chiese, parchi e di uno stadio di calcio in cui qualcuno ha mosso i primi passi da tifoso bianconero.
Raffaella Grasselli, guida turistica ufficiale Fvg, ha dato un valore aggiunto all’opera immaginando quattro passeggiate da fare con il libro sottomano. Ogni percorso è una “lettura in viaggio” della durata di un paio d’ore, ma è anche un cammino lento che restituisce la bellezza di uno spazio urbano che ci appartiene.
Il primo percorso parte da piazza Matteotti, conosciuta anche come piazza San Giacomo o delle Erbe (ben tre nomi per una sola piazza! ). Questo è il cuore della città, il salotto nel quale ci si può accomodare sui gradini della colonna della Vergine o a un tavolino dei tanti caffè, per ammirare la facciata della chiesa e leggere il racconto di Marina Giovannelli. Una breve deviazione porterà alla Corte Giacomelli, cui Rodolfo Zucco ha dedicato un’epigrafe.
Poco più in là fa capolino via Mercatovecchio, che i protagonisti della storia di Alessandra Zenarola attraversano in Lambretta. Uno sguardo a piazza Libertà ed eccoli lì, i simboli del periodo veneziano: la torre dell’orologio progettata da Giovanni da Udine, il leone marciano che con occhi scintillanti vigila sulla città e la Loggia del Lionello, sotto la quale vale la pena sostare per la lettura dei racconti di Vittoria La Sorte e Nicola Skert. Per chi avesse voglia di fare un piccolo sforzo (davvero piccolo) la salita al castello è percorribile lungo la Loggia del Lippomano, che consente anche di ammirare la facciata rinascimentale del Castello. Dalla cima del colle possiamo allungare lo sguardo sui tetti della città, ammirare la torretta/laboratorio di Arturo Malignani e immergerci nel racconto di Elena Commessatti. La voce narrante di Mauro Tonino ci riporta invece all’epoca delle invasioni barbariche con una storia su Attila.
Dal colle è possibile scendere con un percorso alternativo che conduce in piazza Primo Maggio (Zardin Grant). Qui si tengono periodicamente mercatini e manifestazioni enogastronomiche, ma sulla grande piazza si affacciano anche due edifici che rappresentano il sacro e il profano e che non possono passare inosservati: uno di fianco all’altro, troviamo la chiesa della Beata Vergine delle Grazie e il Liceo classico “J. Stellini”. La scalinata dello storico liceo è il posto ideale per la lettura dei racconti di Andrea Purinan e Cristiana Rigo.
Il secondo percorso inizia da un parco che si trova vicino al Teatro Palamostre, dedicato al capitano Ronald George McBride, che perse la vita in un incidente mentre perlustrava in elicottero l’area colpita dal terremoto del 1976. Una tappa su una panchina del parco è d’obbligo per leggere la storia di Gaddo De Anna, per poi raggiungere via Gemona e sederci sul muretto del laghetto. Siamo a due passi dal Collegio Uccellis, di cui ci parlano le storie di Maria Letizia Burtulo e Claudio Freschi. Anche Caterina Percoto frequentò il collegio ed Elisabetta Feruglio ha scelto di dedicare a questo grande personaggio femminile il suo racconto. Il Caffè Caucigh, locale dall’incantevole atmosfera retrò, è un’ottima tappa per la lettura della storia di Barbara Vuano. Continuando la passeggiata verso sud, ci ritroviamo in piazzetta Antonini. Lì, seduti sul muricciolo della roggia, possiamo farci cullare dal suono dell’acqua assaporando i racconti di Carlo Bagnoli e Laura Nave, ma se facciamo due passi ancora nella stessa direzione (alzando gli occhi per ammirare le forme palladiane di Palazzo Antonini Maseri) e svicoliamo in via Molin nascosto, all’improvviso si apre davanti a noi un angolo riservato e idilliaco. Fermiamoci sul ponticello e gustiamoci il racconto di Paolo Medeossi dedicato a rogge, gorghi e mulini.
Il terzo itinerario parte dalla stazione dei treni: leggere il racconto di Angelo Floramo seduti su una panchina di fronte ai binari, ci inghiotte in una vertigine di abbracci, risate copte, sorrisi bangladesi, labbra ivoriane, barbe afgane. Uscendo dalla stazione e imboccando via Roma, ci ritroviamo immersi in un quartiere che in primavera esplode di colore. È il quartiere delle magnolie e per leggere la storia di Lucia Burello il luogo migliore è una panchina del giardino Pascoli, all’imbocco con via Carducci. Da qui parte anche la passeggiata narrata da Anna Vallerugo, che da studentessa frequentò l’Università degli Studi di Udine. Dal suo racconto si evince tutto l’affetto che l’autrice nutre per la città.
Vicino alla stazione si trova anche un’area verde intitolata ai Martiri delle Foibe. Facciamo una sosta sulla panchina del piccolo parco per la lettura della storia di Luisa Gastaldo e ripartiamo: destinazione piazza Duomo, su cui si affaccia la chiesa più importante della città. È proprio qui che Simone Marcuzzi aspettava la sua Nicca, alla fine della giornata di lavoro: un aperitivo per raccontarsi com’era andata e quattro passi per scoprire “dietro l’eleganza antica dei palazzi del centro, una bellezza più schiva”. Durante la passeggiata vi farà compagnia anche il racconto di Giuseppe Mariuz, ambientato in una Udine anni ’50, mentre in largo Ospedale vecchio, ci si potrà sedere sui gradini rivolti alla chiesa di San Francesco e godere del racconto di Roberto Meroi.
La quarta passeggiata parte da piazza Garibaldi, e in particolare dalla caffetteria Al Vecchio Tram, oggi ospitata nella casa natale del nostro Giovanni da Udine. Non c’è luogo più adatto per leggere il racconto di Romi Bittolo... o forse dello stesso Giovanni? La voce pare proprio la sua! Dalla piazza, imboccando via Grazzano, uno dei borghi più belli della città, si arriva alla chiesa di San Giorgio: questo è il luogo perfetto per conoscere la storia dei Cavalieri di Malta in città, superbamente narrata da Enrico Leoncini.
Percorrendo via Rivis e l’ultimo tratto di via Poscolle, ci troviamo infine in piazzale XXVI Luglio. Entriamo (letteralmente) nel Monumento alla Resistenza e assaporiamo la storia scritta dalla sottoscritta e che per un attimo ci riporta all’inaugurazione del monumento avvenuta nel 1969, e quella di Roberto Mete, dedicata ai fantasmi dello Stadio Moretti. Oggi al posto dello stadio c’è uno splendido parco ed è lì che, comodamente seduti su una panchina, ci possiamo tuffare nel mondo del calcio friulano con i racconti di Paolo Patui e Walter Tomada.
Infine, la Guida propone un fuori menù con tre storie che evocano luoghi più distanti dal centro: accomodatevi dunque dove volete per leggere il racconto di Rocco Burtone, per scoprire quale segreto si nasconde in “Viale Palmanova n. 290” (lo svelerà il vice direttore Paolo Mosanghini) e per volare insieme al cardellino di Greta, anzi... di Antonella Sbuelz.
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