Spithill elogia lo shore team di Luna Rossa: “Con loro mi sento un privilegiato, fanno sacrifici incredibili”
James Spithill sta disputando la finale della Louis Vuitton Cup al timone di Luna Rossa, con il chiaro sogno di alzare al cielo la America’s Cup per la terza volta in carriera: dopo i due sigilli con gli statunitensi, il fuoriclasse australiano spera di mettere le mani sulla Vecchia Brocca insieme al sodalizio italiano, ma prima bisognerà battere INEOS Britannia nell’atto conclusivo del torneo degli sfidanti e poi si dovrà cercare il grande colpaccio contro Team New Zealand.
Un fenomeno assoluto che vanta, insieme a Dennis Conner, il record di vittorie nei match di America’s Cup (17), e che è stato il più giovane timoniere della storia della Coppa America nel 1997 con Young Australia). “Nella vita è facile giudicare qualcuno e ancora più facile essere giudicati male. Il bello dello sport, invece, è che ha un solo metro di giudizio ed è quello che conta. Tutto dipende da quanto ci tieni a quel giudizio e quanto lavori per ottenerlo” ha dichiarato attraverso i canali ufficiali di Luna Rossa, durante il giorno di riposo che precede altre due regate del confronto con i britannici.
James Spithill, alla sua terza avventura con Team Prada Pirelli dopo le campagne del 2007 e del 2021, ha poi proseguito: “Considerando la tipologia di barche con cui navighiamo oggi, un errore può avere conseguenze serie, quindi sto molto attento a non farne, ma in passato eccome se ne ho fatti, soprattutto in America’s Cup. Ma quando guardo indietro a quei momenti, la chiave della riscossa è sempre la stessa, la forza del team che non si è mai arreso“.
L’oceanico ha poi concluso: “Non importa quante Campagne di Coppa abbia fatto e con quanti team, c’è una cosa che mi colpisce sempre, ed è la passione delle persone che lavorano a terra e che mai saliranno in barca. Vedere i sacrifici che fanno e l’impegno che mettono per i velisti che escono e regatano a bordo è incredibile. Con il team passi anche 7 giorni la settimana, ma non l’ho mai vissuto come un sacrificio: mi sento un privilegiato“.