L’epistolario di Primo Levi: finestra sull’anima del dopoguerra
Il progetto LeviNeT dischiude dall’oblio storico per la prima volta al pubblico, lo scrigno di una porzione dell’archivio epistolare privato di Primo Levi. L’iniziativa si focalizza con acribia sui carteggi intrattenuti dallo scrittore con interlocutori germanofoni, dispiegando una corrispondenza che si dipana per quasi tre decenni, dal 1959 al 1987.
Questo corpus epistolare annovera tra i suoi protagonisti figure di eccelsa statura intellettuale del panorama tedesco, quali il traduttore Heinz Riedt, il filosofo Jean Améry e lo storico Hermann Langbein. Tale raccolta si configura come un’opportunità per penetrare le elucubrazioni di Levi sul tema della colpa collettiva e sulla prospettiva di una riconciliazione post-bellica, con particolare riguardo alla Germania.
Il portale si presenta come un archivio open access e bilingue, italo-inglese, dove ogni missiva viene meticolosamente trascritta e corredata da un’analisi filologica e da strumenti di visualizzazione quali timeline e mappe; tali ausili consentono di contestualizzare le epistole e di rendere graficamente tangibile la rete di relazioni che Levi intesseva con i suoi corrispondenti teutonici.
L’iniziativa, che non si limita a una mera esposizione dei contenuti epistolari si spinge oltre, esplorando le tematiche emergenti da questi scambi: il senso di colpa, l’elaborazione del vissuto traumatico e la costruzione di un’identità europea post-conflittuale.
Un aspetto di peculiare rilevanza è il dialogo che si instaura tra Levi, i suoi lettori e interlocutori tedeschi, che palesa come l’autore abbia affrontato questioni di ardua trattazione, quali la responsabilità morale della Germania e la possibilità di concessione del perdono. La relazione di Levi con la Germania si caratterizza per la sua complessità: “terra dei suoi aguzzini”, ma al contempo luogo in cui la sua opera “Se questo è un uomo” trovò un’eco profonda.
L’epistolario di Levi si configura dunque come una risorsa di inestimabile valore per coloro che aspirano a una comprensione più profonda non solo del pensiero dell’autore, ma anche del processo di ricostruzione culturale europea del dopoguerra, attraverso lo scambio dialettico tra vittime e carnefici.
La pubblicazione integrale dell’epistolario è prevista per il 2027 e comprende circa 500 missive.
Occorre segnalare che la lodevole iniziativa è stata resa possibile grazie al cospicuo finanziamento elargito dall’European Research Council che ha contribuito con oltre un milione di euro, facendo sì che il progetto si configurasse come uno strumento didattico e di ricerca all’avanguardia, destinato a tracciare nuovi sentieri negli studi di storia e letteratura del XX secolo.
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