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Guida del Gambero Rosso, il Gustificio di Carmignano diventa il “Bar dell’Anno”

Tutto ruota attorno alla sostenibilità, un mix di biodiversità e rispetto dell’ambiente unito alla tradizione veneta e all’attenzione al sociale: sono questi gli ingredienti che hanno portato il Gustificio di Carmignano di Brenta ad aggiudicarsi il premio “illy Bar dell’Anno” per la guida Bar d’Italia 2025 del Gambero Rosso.

Un premio a sorpresa, se non altro perché il locale è stato avviato solo nel 2022, grazie al talento creativo di Andrea Poli, che ha fatto di territorio, green e riduzione dello spreco alimentare i pilastri su cui ha deciso di poggiare l’intera attività del laboratorio.

«La mia fonte di ispirazione è stato lo zio, che a Bassano conduceva la locanda dove sono cresciuto, maturando il sogno di realizzare un giorno un locale tutto mio dotato di camere e cucina».

Ed ecco il Gustificio che tiene insieme ospitalità, tradizione e sensibilità ambientale.

Come realizza tutto questo?

«I vegetali hanno un ruolo di primo piano nel menù, e per garantirci una materia prima freschissima e genuina abbiamo stretto una collaborazione con la fattoria sociale il PomoDoro di Bolzano Vicentino, con cui lavoriamo in simbiosi».

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La cooperativa, che dà impiego a persone con disabilità di diversa età, cura l’orto che fornisce quotidianamente a Gustificio ortaggi di stagione senza dover ricorrere ad approvvigionamenti esterni. Latte e panna arrivano dalle stalle di Carmignano, mentre il burro prende forma sull’Altopiano di Asiago a Malga Dosso di Sotto, dove gli animali pascolano liberi sui prati in altura.

«I prodotti utilizzati nel laboratorio che non possono essere coltivati in zona – caffè, cacao e frutta tropicale – arrivano da aziende certificate B-Corp, attestazione rilasciata alle realtà che rispondono ad alti standard di performance sociali e ambientali».

E il green? «È stata installata una caldaia che recupera il calore prodotto delle celle refrigeranti, permettendo di ottenere acqua calda senza l’utilizzo di altra energia. Inoltre, tutti i laboratori sono governati da “tecnologia 4.0” e da un software di gestione dei picchi di consumo in modo da controllare costantemente l’impiego di energia».

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Non ha ceduto all’egemonia dello spritz: «L’aperitivo non rientra nella nostra proposta. Alle 18.45 sui tavoli si mettono i segnaposti perché chi arriva a cena, perlopiù da altre città, deve trovare tutto in ordine e un ambiente tranquillo per godersi la serata e i nostri piatti. Una scelta di cui sono decisamente convinto».

E si dichiara altrettanto convinto di tenere chiuso tutti i giorni rossi del calendario, cosa non usuale per una pasticceria: «Questo lo faccio per i dipendenti, in modo che possano trascorrere in famiglia le festività. I clienti ormai lo sanno e acquistano i dolci il giorno prima».

Il riconoscimento più ambito, i tre chicchi e le tre tazzine, è andato per il ventesimo anno consecutivo a Biasetto, con il suo bar e pasticceria in via Jacopo Facciolati a Padova.

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