Frontale tra due auto a Cervignano, chiarita la dinamica dell’incidente mortale: ora il nullaosta per la sepoltura delle vittime
Il telefono che squilla a vuoto. Una, due, tre volte. L’aveva dimenticato a casa il 44enne Giovanni D’Urso mentre si stava dirigendo a far visita a un collega della ditta Eminflex di Pocenia dove lavorava. Era la moglie Sonia Abela a cercarlo. Ancora una telefonata, e un’altra ancora appena aveva avuto notizia, giovedì sera, di due persone morte in un incidente stradale accaduto lungo la statale 14, tra Cervignano e Torviscosa. Lunghi squilli, ma nessuna risposta.
I RITRATTI
Incidente di Cervignano, la moglie di Giovanni D’Urso: “Lo chiamavo, ma il telefono suonava a vuoto”
La telefonata della moglie
«Nemmeno me lo fossi sentito» dice in lacrime, nel giardino della villetta a San Vito al Torre dove si erano trasferiti con le loro due figlie da poche settimane dopo aver vissuto a Cervignano. E nel silenzio della frazione di Crauglio, a poche decine di metri dalla storica villa Steffaneo Roncato che sovrasta via Aquileia rivive l’angoscia, la paura vissuta che in quella schianto ci potesse essere proprio suo marito tra le lamiere accartocciate delle auto. «Stavo tornando da una riunione per gli allenamenti di pallavolo in cui gioca una delle mie figlie e ho iniziato a chiamare Giovanni, ma il telefono squillava a vuoto – afferma –, quando sono entrata non l’ho trovato e ho visto che aveva dimenticato il cellulare. Poi i carabinieri mi hanno avvisato di cosa era successo». La vita che cambia in un istante, una parte di te che se ne va per sempre, lasciando un vuoto difficile a spiegare a parole.
Il ricordo di D’Urso
Sonia si asciuga le lacrime che le rigano il volto. «Giovanni era buono, era ben voluto e aiutava tutti se poteva, era un gran lavoratore» continua. Originario di Acerra, in provincia di Napoli, si era trasferito in Friuli da ragazzo. Mentre prestava servizio come militare a Cuneo aveva conosciuto la moglie - con cui si era sposato in Campania nel 2011 - e poi insieme avevano costruito la loro famiglia a Cervignano. «Era rimasto legato alla sua terra d’origine – spiega –, quando potevamo ci tornavamo a trovare la sua famiglia. Lui sognava di poterci tornare un giorno anche se qui in Friuli si era sempre trovato bene. Amava andare a pesca nel tempo libero, era un papà straordinario, sempre presente e le nostre figlie lo amavano tantissimo». Ricorda anche la sua battaglia contro la malattia vinta quattro anni fa. Ieri a San Vito al Torre sono arrivati da Napoli anche i tre fratelli e il papà di Giovanni. «Uno di loro era tornato da poco dall’Australia per venire a trovarci e ora viene a salutare suo fratello per l’ultima volta» dice infine Sonia prima di salutarci e rientrare in casa dalle sue figlie, scacciando via un’altra lacrima. «Non è facile, ma devo essere forte» sussurra.
I colleghi di Vallifuoco
Da San Vito al Torre dista solo dieci chilometri la casa, in piazza Unità d’Italia a Cervignano, in cui risiedeva la seconda vittima dello schianto frontale, il 36enne Antonio Vallifuoco, originario di Napoli dove vive la sua famiglia. «Era un ragazzo buono come il pane, sorrideva sempre, gentile ed educato con tutti. Era davvero un ragazzo d’oro». Lo descrivono così i colleghi della vetreria Vdp di San Giorgio di Nogaro dove lavorava. La passione per la squadra di calcio della sua città natale, il Napoli, era fortissima come ricordano tutti. Ecco le foto dello scudetto numero tre conquistato il 4 maggio 2023, proprio allo stadio di Udine, condivise sui social. Le maglie appese ai vicoli a celebrare la vittoria, il murale che omaggia il mito Maradona, la gente in piazza a fare festa fino all’alba. E poi c’era la musica, quella di Vasco Rossi, che amava così tanto ascoltare.
Il dolore dei paesi
Due comunità, Cervignano e San Vito al Torre, unite dal dolore. I sindaci dei due Comuni Andrea Balducci e Gabriele Zanin hanno espresso la loro vicinanza alle famiglie coinvolte «per una tragedia che ha profondamente scosso i nostri paesi. Ci uniamo al dolore di tutte le persone che conoscevano Giovanni e Antonio» affermano. Una comunità, in particolare quella di Cervignano, che si interroga anche sulla sicurezza della statale 14 teatro negli ultimi anni di vari incidenti – anche con vittime – nel territorio della Bassa friulana.
L’incidente giovedì si era verificato poco prima delle 21. Secondo i primi accertamenti svolti dai carabinieri del Norm di Palmanova, la Fiat Croma guidata da D’Urso ha invaso la corsia opposta colpendo frontalmente la Ford Fiesta, che proveniva in senso opposto, a bordo della quale c’era Vallifuoco. Era rimasta coinvolta una terza auto, una Opel Astra con a bordo padre figli rimasti illesi. Entrambi i conducenti sono morti poco dopo l’impatto nonostante i tentativi di soccorso degli operatori sanitari. La Procura ha dato il nullaosta per la sepoltura di entrambe le vittime.