«Grassa, frignona, nana, inutile»: gli studenti friulani realizzano un decalogo contro gli insulti sui social
Parole, macigni. Spine e lame: parole, ma anche strumenti in grado di causar dolore. Parole ostili, espresse a voce, via social. Spiegate ieri agli allievi dell’Istituto comprensivo “Pierluigi Di Piazza” di Pozzuolo del Friuli. L’occasione il 32º convegno promosso e ospitato dal Centro Balducci di Zugliano dal titolo “Abitare insieme la fragilità”.
Hanno lavorato, ascoltato e discusso così gli studenti accorsi, insieme ai propri insegnanti, all’appuntamento. Focus dal quale pensieri e spunti sono fluiti in piena quello della comunicazione. Una comunicazione corretta, non ostile, per dirla nei termini utilizzati, in primis, dal sindaco di Pozzuolo Gabriele Bressan, che ha voluto presenziare al confronto portando il suo saluto ai giovanissimi concittadini. «Comunicare in modo corretto è importantissimo. Scontrarsi è facile, ma se siamo in grado di dialogare in maniera seria e rispettosa poi riusciamo a valorizzare chi abbiamo di fronte».
A guidare la prima parte della mattinata, quindi, Rosy Russo, consulente di comunicazione, formatrice e ideatrice di Parole o-stili, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole. Con lei, la giovane audience presente ha avuto modo di approfondire i dieci principi del “Manifesto della comunicazione non ostile”. Punto uno: virtuale è reale. Due: si è ciò che si comunica. E via scorrendo, il decalogo arricchito da spiegazioni concrete: «So – leggiamo – che ogni mia parola può avere delle conseguenze, piccole o grandi».
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Presenti o future. Le parole, infatti, feriscono. Anche in giovane età. Le parole restano: d’impatto, allora, l’esercizio di condivisione a cui hanno partecipato gli alunni, ai quali è stato chiesto di scrivere, in forma anonima, su un foglietto, i più brutti insulti mai ricevuti. Parole vere, realmente pronunciate. O, in molti casi, digitate su smartphone: «Grassa, frignona, sorda, inutile, ignorante, dislessica, nana, denti storti, deficiente, povero, nullità, gay, piatta». Il tutto al netto delle parolacce, dei «ti odio» e dei «muori». Il cyberbullismo – e il bullismo –, le fragilità di una generazione, la zeta, mossa da passioni sane, da mode e belle amicizie. Preda e padrona del web.
Sotto lo sguardo di don Paolo Iannaccone, presidente del Centro Balducci, si sono poi svolte le altre attività in programma per la giornata, a partire dal gruppo di “Attualità e confronto” della Comunità Nove, centro diurno della Salute mentale del Dsm di Udine – Cooperativa sociale Itaca. Insieme a Fabio Della Pietra, gli studenti hanno sviluppato le loro riflessioni legate al progetto del “Glorrario fragile”, ideato dal Gruppo Comunicazione di Legacoopsociali. Passo seguente la sottoscrizione, da parte degli allievi dell’Ic “Di Piazza”, del “Manifesto della comunicazione non ostile”. Ad arricchire la giornata, nel pomeriggio, il workshop sulle buone pratiche d’inclusione da poter adottare ogni giorno. Ma anche l’esibizione del coro studentesco sulle note di Cremonini: “Le tue parole fanno male”. Parole ostili, da combattere sin da giovani. —
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