Mariano, il Versa nel degrado: serve manutenzione
L’alveo del torrente Versa è interamente coperto da una fitta e intricata vegetazione. È cresciuta in modo talmente evidente che non è possibile neppure vedere l’acqua. Chi passa sul ponte del Versa a Mariano del Friuli, oppure su quello di Medea, e non conosce la zona non crederebbe nemmeno di attraversare una struttura con sotto un corso d’acqua che ha segnato da secoli il territorio.
Lo stato di degrado dura da tempo e sono tanti oggi a temere che questa foltissima vegetazione in alveo possa costituire un serio ostacolo al defluire normale delle acque e diventare un problema per la sicurezza nonostante che, dopo l’allargamento degli argini, non si siano più verificate inondazioni.
Più di due decenni fa, all’inizio degli anni 2000, al termine dei lavori di sistemazione idraulica per la messa in sicurezza del torrente Versa, era stata sottolineata l’‘importanza e la necessità di effettuare costantemente interventi di manutenzione e di pulizia degli argini e dell’alveo per garantirne la sicurezza, il ripristino del corso d’acqua originario per permettere, con il passare del tempo, una rinascita dell’ambiente naturale circostante e della fauna ittica. I buoni propositi di far tornare il Versa come una volta non sono stati però tradotti in fatti.
Anche i lavori di sistemazione effettuati tra il 2018 e il 2019 non hanno determinato i cambiamenti che molti volevano ed in particolare non sono state mai realizzate le roste (opere di ingegneria idraulica poste trasversalmente sull’alveo) per permettere il rallentamento dell’acqua, la formazione di un fondo argilloso e la formazione di vasche per la sopravvivenza della fauna ittica. Anche la ghiaia sotto il ponte del Versa di Mariano continua ad accumularsi e ad aumentare di volume con la luce del ponte sottostante che è diminuita sensibilmente.
Quello che i fruitori del Versa chiedono sono interventi razionali di pulizia dell’alveo: togliere tutti gli arbusti e le piante infestanti e salvaguardare i salici, i canneti e tutte quelle piante che potrebbero favorire il mantenimento dell’habitat naturale e il ritorno della fauna ittica. Tutto questo non basta, perché occorre, soprattutto, ripristinare le roste; roste che erano state costruite all’inizio del secolo scorso per compensare l’aumento di pendenza dovuto alla rettificazione dell’alveo e all’asportazione dello strato di argilla e che permettevano, però, il mantenimento del deflusso minimo vitale.
Era il 1928 ed erano state costruite 22 roste sugli 8 chilometri del Versa, dal ponte di Capriva (43, 20 metri sul livello del mare, il punto di pendenza più elevato) a quello con la confluenza del torrente Judrio (21 metri slm, la pendenza minima) con una concentrazione di 11 briglie nel tratto più veloce di scorrimento dell’acqua, quello tra tra Mariano e Moraro. Un sistema funzionale per l’intero habitat naturale del torrente.
Si dovrebbe ripensare il Versa seguendo quell’antico progetto. Per adesso, però, si dovrebbe togliere la foltissima vegetazione in alveo che secondo molti può costituire un serio ostacolo al defluire normale delle acque e tutti si chiedono se la situazione lungo il torrente è sicura anche in riferimento ai cambiamenti climatici in atto