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Dolomiti bellunesi, ecco tutti i dati che raccontano un’estate al top 

La seggiovia alle Cinque torri rimarrà aperta fino al 6 ottobre. La funivia Lagazuoi prolungherà sino al 24 ottobre.

Quella di Sass Pordoi addirittura fino al 3 novembre. Tutti gli altri impianti a fune sono chiusi da domenica 29 settembre.

Due mesi di manutenzione, ordinaria o straordinaria, e poi di nuovo al via. Ma Alberto Dimai, presidente dell’Ista, spera di riaprire il Col Gallina già a fine ottobre se arriverà – anticipata – la sospirata neve.

È tempo di bilanci, dunque, per gli impiantisti.

«Il meteo non è sempre stato favorevole ma anche quest’estate», afferma Marco Grigoletto, presidente delle società di impianti a fune aderenti all’Anef, «ha certificato che c’è sempre più voglia di montagna. Come confermato anche nell’ultimo fine settimana. Il numero di persone che scelgono le “terre alte” nella bella stagione è cresciuto del 3,5% negli ultimi due anni, in Italia, secondo una ricerca di Jfc che stima che il 16% di chi è andato in vacanza in agosto ha scelto appunto le alte quote. Ritengo che sulle Dolomiti la percentuale possa crescere fino al 5%, tenuto conto, guarda caso, degli incrementi dati dalla destagionalizzazione».

Lo stesso mese di settembre non era iniziato sotto i migliori auspici. È arrivata perfino la neve. «Noi abbiamo chiuso come da programma, a metà mese», riferisce Cristian Moretti, direttore di Alleghe Funivie, «ma poi abbiamo continuato con le aperture dei fine settimana, riscontrando che c’era ancora della domanda».

L’invasione di turisti a Misurina, anche in questi giorni, ha indotto gli operatori della seggiovia di Col di Varda a continuare l’attività.

A Cortina sono ancora numerose le presenze, dagli Usa al Sud Corea, ma – come spiega Marco Zardini, presidente del Consorzio degli Impiantisti, oltre che del sistema “5 Torri” – tante strutture sono costrette a smettere perché hanno dei lavori da completare per la prossima stagione invernale.

«L’estate è ormai una realtà consolidata e in costante crescita», ammette Valeria Ghezzi, presidente Anef, la prima e unica associazione degli imprenditori funiviari riconosciuta e aderente a Confindustria, cui fanno capo circa il 90% delle aziende funiviarie italiane, distribuite sia nei territori alpini, sia in quelli appenninici.

«Il bilancio estivo è a segno positivo, con risultati ottimi nelle maggior parte delle località, anche se la criticità resta il meteo: siamo infatti strettamente correlati alle condizioni meteorologiche. Luglio e agosto sono stati mesi molto soddisfacenti, mentre in alcuni periodi di giugno e settembre abbiamo avuto una riduzione delle presenze a causa del maltempo».

A sentire Ghezzi, come Grigoletto, Zardini e gli altri operatori delle diverse società, «noi rappresentiamo la testa, il cuore e il motore del turismo montano, in inverno ma sempre più anche in estate».

Il lavoro degli impiantisti negli anni ha contribuito a preservare il tessuto socio-economico nelle “Terre alte” dove di turismo letteralmente si vive. Una delle più grandi sfide, accolte dagli imprenditori della montagna, è stata quella di destagionalizzare l’offerta. Un tempo questo significava sviluppare e valorizzare la montagna in estate, oggi allungare le stagioni considerando anche primavera e autunno. «Un tema molto sentito per la nostra categoria su cui stiamo investendo molto», aggiunge Ghezzi.

«Noi stiamo dimostrando il nostro impegno a tenere aperto sempre più a lungo, offrendo un prodotto di alta qualità anche nel mese di settembre e, in molte località, anche di ottobre, ma per una vera svolta servirebbe un cambiamento culturale, un approccio alla montagna coerente con le grandi opportunità presenti anche nel periodo autunnale e quindi orientato a una vacanza programmata anche nel “fuori stagione».

È già molto – annota Grigoletto – che tante società siano arrivate a fine settembre. Ad inoltrarsi in ottobre sono soltanto Stefano Illing e la sua funivia del Lagazuoi, e Zardini con la Cinque Torri, mentre in Val di Fassa, ad esempio, sono tre impianti, intorno al Sella.

Eppure Anef ritiene che la destagionalizzazione possa anche diventare la medicina per curare il cosiddetto “overtourism”.

«Un fenomeno che tuttavia si concentra in sole 2/3 settimane di agosto», puntualizzano sia Grigoletto che Zardini. «Di certo sono periodi che bisognerà imparare a gestire e soprattutto», puntualizza Ghezzi, «va posto il tema della convivenza tra la comunità e i turisti. Bisogna lavorare perché questo rapporto sia costruttivo e di reciproco scambio.

I residenti devono essere consapevoli che il turismo è economicamente essenziale, chi visita la montagna deve imparare a rispettare le tradizioni e il modo di vivere locali».

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