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Pallacanestro Trieste, Jeffrey da applausi contro Milano

È uno dei segreti del successo strappato dalla Pallacanestro Trieste ai campioni d’Italia dell’Armani Milano.

Jeffey Brooks, energia pura sul parquet, ha iniziato alla grande la sua stagione con un’ottima prestazione capace di annullare l’assenza di un giocatore come Reyes. Partita perfetta del 35enne ex Reyer Venezia, che ha chiuso con 14 punti e il 100% dal campo grazie al 4/4 da due e al 2/2 da tre punti.

Ma aldilà delle statistiche, decisiva è stata la capacità di coprire più ruoli, valore aggiunto fondamentale per coach Christian e lo staff tecnico.

Brooks, partiamo da un analisi della partita. Al netto della feroce determinazione che ha certamente sorpreso Milano, in quali aspetti del gioco siete stati più bravi e in grado di fare la differenza?

«Questo tipo di approccio è quello che deve aspettarsi chiunque metta piede al PalaTrieste, quello che ci darà la spinta giusta per tutta la stagione in casa sono la nostra energia e quella dei tifosi. Penso che Milano fosse preparata, ma abbiamo giocato una buona partita capitalizzando i loro errori e mettendoci l’intensità che serviva per vincere. Se continuiamo così, facendoci contagiare dall’energia dei compagni, sarà un anno molto positivo per tutti noi».

Efficace l’attacco, dove le buone spaziature e il talento dei singoli vi hanno sempre consentito di trovare buoni tiri, ottima la difesa. Ha sorpreso vedervi già così organizzati dopo una sola giornata nonostante un precampionato nel quale raramente eravate riusciti a giocare assieme. Si aspettava una difesa così di livello contro un’avversaria così forte?

«Mi aspettavo di vederci competere, così come me lo aspetto ogni giorno sia in allenamento che in partita. Tutti qui sono bravi giocatori, ma la vera domanda è: cosa puoi dare alla squadra per migliorare chi gioca al tuo fianco? Abbiamo dimostrato di essere squadra e questo è lo standard che dobbiamo mantenere ogni giorno per essere al nostro meglio».

Nella scorsa intervista ci aveva raccontato che aveva scelto Trieste perché cercava nuovi stimoli e voleva ritrovare la gioia di divertirsi sul parquet. L’impressione è che domenica si sia divertito parecchio. Impressione giusta?

«Le emozioni che ho provato in campo domenica sono esattamente il motivo per cui ho scelto Trieste: tutto veniva con l’istinto e il ritmo giusti. Quando è così mi sento al mio posto in campo e giocare a basket mi dà le sensazioni giuste. Sentire il supporto dei miei compagni, aiutarli in difesa, fare un passaggio in più: è una condizione che voglio mantenere per tutta la stagione ed è esattamente quello di cui abbiamo parlato in estate io, coach Christian e Michael Arcieri. Non male come inizio, voglio continuare così per me stesso, i miei compagni e la mia famiglia».

Ci è piaciuto vederla rivolgersi al pubblico e chiamare il tifo del palazzo. Come è stato l’impatto con il PalaTrieste?

«Era la mia prima volta in questo palazzetto ma è stato come se fossi qui da anni. L’energia, la passione, la musica del nostro DJ, era tutto perfetto. Se le cose stanno così, sarà dura per tutti quelli che arrivano al PalaTrieste. Ho apprezzato molto la correttezza dei nostri tifosi nei confronti dell’avversario, sono venuti al palazzetto per godersi la partita e supportarci, e voglio sia sempre così».

Vittoria importante ma già da dimenticare. Domenica, contro Napoli, un’altra battaglia. Quale sarà il vostro approccio e cosa pensa della vostra prossima avversaria?

«Affrontiamo ogni partita allo stesso modo: vogliamo vincere. Individuiamo i passi necessari per avere la maggior possibilità di vittoria e proviamo ad eseguirli come squadra. Ogni squadra è di alto livello in questo campionato, la differenza fra vincere e perdere la fanno preparazione, esecuzione, unità. Chi riesce a mettere in campo queste tre cose ha più possibilità di vincere. Vogliamo che sia così anche contro Napoli; ci prepareremo, eseguiremo il piano e giocheremo di squadra sui due lati del campo. Lo abbiamo fatto la settimana scorsa, ora dobbiamo farlo ancora contro una squadra tosta come Napoli». —

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