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Pavia, la professoressa Riccardi lascia anche Azione: «Alle Provinciali ho votato D’Imperio per stima»

PAVIA. «Il voto alla consigliera D’Imperio? Un voto secondo coscienza e del quale non mi pento. Ho sbagliato a non avvisare prima il mio partito, ma ho fatto tutto in buona fede». Giovanna Riccardi, 72 anni, docente universitaria di microbiologia in pensione, ieri ha annunciato la sua intenzione di lasciare anche Azione dopo che, lunedì, aveva rassegnato le dimissioni da consigliera comunale. E ha raccontato alla Provincia Pavese la genesi del “pasticcio” che l’ha portata alle duplici dimissioni.

Il “Riccardi-gate”

Per comprendere la vicenda occorre, come in tutte le narrazioni, fare un passo indietro. Giovanna Riccardi si è impegnata nella campagna elettorale che ha portato all’elezione del sindaco, Michele Lissia. Lo ha fatto sotto i colori di Azione, il partito fondato da Carlo Calenda. L’8 e 9 giugno è stata votata da 81 pavesi ed è entrata in Consiglio comunale a fianco del segretario provinciale del partito, Tommaso Bernini.

Tutto bene sino a domenica scorsa, quando i consiglieri comunali erano chiamati alle urne per eleggere i componenti del nuovo Consiglio provinciale. Azione aveva indicato, come candidata, la civica Michela Viola, ma la professoressa Riccardi ha votato per Milena D’Imperio, del Pd, entrambe consigliere comunali a Pavia. Ne è seguita una polemica interna all’esito della quale l’ex docente ha deciso di lasciare il posto in Consiglio comunale e rinunciare alla tessera di Azione. «Ho commesso un errore – ha confidato ieri Giovanna Riccardi – perché avrei dovuto dire ai vertici del mio partito che la mia intenzione era di votare Milena D’Imperio, ma di questo errore mi assumo tutta la responsabilità. Comunque ho espresso il mio voto secondo coscienza e tra l’altro Michela Viola non è un’esponente di Azione. Ho valutato che, tra le due candidature, Milena D’Imperio avesse una maggiore esperienza nelle istituzioni rispetto a Michela Viola. (D’Imperio è stata vice presidente della Provincia - ndr)». L’inciampo ha portato alle dimissioni e alla fine prematura di una carriera da consigliera comunale che la professoressa Riccardi aveva affrontato con entusiasmo.

«Dopo essere andata in pensione – prosegue – ho deciso di impegnarmi in politica per portare il mio contributo alla città. Mi piaceva il gruppo di Tommaso Bernini, composto da molti giovani e a dirla tutta non avrei nemmeno voluto candidarmi al Consiglio comunale. Invece, un po’ a sorpresa, sono stata eletta e ho affrontato questa nuova esperienza con lo spirito di chi ha molte cose da imparare».

«Mi candido se c’è Lissia»

A frittata ormai fatta, Giovanna Riccardi tiene a precisare di avere mantenuto inalterata la sua stima per il sindaco, Michele Lissia. «Anzi – precisa – quando si è trattato di candidarmi ho detto che l’avrei fatto solo a condizione che il candidato fosse Lissia». E lunedì mattina, prima di protocollare le dimissioni da consigliera, la docente in pensione è andata proprio a incontrare il sindaco che, ieri pomeriggio, ha detto: «Giovanna Riccardi è una persona che stimo molto. Mi ha motivato le dimissioni con questioni di natura personale. È naturale che mi dispiaccia la sua decisione di uscire dal Consiglio comunale, tuttavia non ho intenzione di entrare nelle dinamiche di un partito che non è il mio».

Tornando alla consigliera comunale per tre mesi, Giovanna Riccardi dice di non avere rimorsi: «Ho la coscienza a posto perché ho fatto tutto in assoluta buona fede. Incluso l’errore del quale, lo ripeto, mi assumo la responsabilità. Ho deciso di andarmene per non costituire un problema».

L’ultimo pensiero dell’ex docente è per il giovane segretario provinciale e capogruppo in Consiglio, Tommaso Bernini: «Spero che Tommaso faccia la sua carriera, perché è un giovane brillante, e spero che si trovi un buon maestro, perché i giovani hanno spesso bisogno di qualcuno che li aiuti a trovare il percorso migliore».

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