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G7 Scienza e Africa, l’esempio di Trieste

I dati demografici lo dicono in maniera chiara, l’Africa è il continente del futuro. Nel 2050 un terzo dei giovani del pianeta sarà in Africa e nel 2050 si stima che costituirà un mercato da 2,5 miliardi di persone.

Da questa considerazione si muove il Piano Mattei per l’Africa – all’interno del quale sono stati stretti più di mille accordi tra Università italiane e africane –, e la scelta di rendere i rapporti con il continente uno dei temi portanti dell’anno di presidenza italiana del G7.

E Trieste è il luogo scelto dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) per discutere come approfondire e sviluppare i collegamenti tra i Paesi G7 e l’Africa, vista la grande concentrazione di centri di ricerca internazionali che hanno come obiettivo proprio quello di coinvolgere i Paesi in via di sviluppo, con già un gran numero di progetti assieme a centri e ricercatori provenienti dai Paesi africani.

Tanto che l’ ente pubblico di ricerca Area science park di Trieste è stato selezionato per ospitare il vertice del G7 Scienza “Research and Capacity Building with African Countries” dedicato ai temi della formazione, della ricerca e dell’innovazione come strumenti per costruire le competenze, che si è tenuto ieri, mercoledì 2 ottobre, nella sala del trono del Castello di Miramare.

E tanto che diversi progetti che partono dalla città sono stati portati all’attenzione dei Sette grandi come esempi di storie di successo. C’era un po’ di Trieste nella storia di Nana Ama Browne Klutse, al vertice del dipartimento di Fisica dell’Università del Ghana, è stata durante il suo dottorato all’Ictp di Miramare e poi ha portato le conoscenze e i rapporti con gli enti di ricerca triestini a casa, dove ha fondato anche un centro per l’innovazione e per l’imprenditorialità in campo climatico. E pure nella storia di Vittorio Venturi docente all’African Genome Center dell’Università Mohammed VI Polytechnic in Marocco, che lavora anche all’Icgeb di Trieste. E ancora c’era molta Trieste nell’esperienza portata da Andrea Illy, presidente di illycaffè, azienda che ha promosso filiere sostenibili del caffè.

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Caterina Petrillo, presidente di Area science park, ha sottolineato che «Trieste è un esempio eccezionale di scienza senza confini. Solo sotto l’egida dell’Unesco ci sono quattro enti, tra cui Ictp e Icgeb» e che «la scienza rappresenta una forma potente di collaborazione internazionale».

E il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga ha ricordato che il Fvg è stato un luogo dove si sono creati contatti e rapporti internazionali tramite la ricerca, con un prezioso apporto della diplomazia scientifica. Fedriga ha anche posto l’accento sui progetti pionieristici in regione come l’intesa per la formazione di Confindustria Alto Adriatico con il Ghana, e i rapporti che il Porto sta costruendo con l’Egitto.

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I risultati dei lavori di ieri, un primo momento operativo dopo gli accordi sulle linee di principio nella ministeriale di Bologna a luglio, saranno riassunti in documenti da condividere con le altre nazioni G7 e poi ancora consegnati al Canada, che coprirà il prossimo turno di presidenza del G7.

«È una tappa importante. Abbiamo scoperto durante questo incontro che ci sono molte iniziative già in campo e moltissimo è già implementato con successo, ma bisogna trovare nuove geometrie perché sia messo a sistema e calato meglio sui singoli territori africani», ha commentato Fabio Fava lo sherpa del Mur per il G7 Scienza e Tecnologia.

Tra le iniziative di cui si è discusso, oltre alle esperienze triestine, i progetti di Francia e Giappone di cooperazione nella ricerca con l’Africa, e la Joint African Union-European Union Innovation agenda, e varie esperienze africane, come le Università Pan-Africane, agenzie di innovazione e le esperienze nel settore farmaceutico da parte di aziende private.

La rettrice della Ca’ Foscari di Venezia e delegata Crui per le relazioni internazionali, Tiziana Lippiello, ha spiegato che di recente si è fatta una ricognizione di quante sono le iniziative in corso tra università italiane e africane: sono già 200 e il Piano Mattei darà ulteriore impulso.

Trieste inoltre è stata scelta dal Mur come luogo da cui lanciare la sua iniziativa dedicata alla Ricerca in seno alla presidenza italiana del G7: Capacity building with Africa, che prevede fondi (fino a 200 mila euro) per la mobilità di docenti, studenti e personale amministrativo e programmi di formazione e ricerca per reti di università che comprendano almeno un’università italiana, una di un Paese G7 e una africana. Il bando uscirà a novembre e prenderà il via a gennaio 2025 ed è rivolto a temi come la scienza aperta e la sua comunicazione, le grandi infrastrutture di ricerca, le nuove tecnologie emergenti, nucleare e spazio, gli oceani e la biodiversità e avrà una dotazione economica ancora da definire, ma che si aggirerà probabilmente sotto il milione di euro. È stato co-progettato con l’Unesco e l’Unione africana stessa. —

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