Aggressioni agli operatori sanitari, la Cisl: «Ora basta, interventi concreti»
Aggressioni ai danni degli operatori sanitari: la Cisl Fp è in prima linea per difendere i lavoratori degli ospedali e in particolare quelli che operano nei Pronto soccorso, nei Serd e nei reparti psichiatrici, ovvero quelli più a rischio e dove si registra il maggior numero di episodi di violenza, verbale e fisica.
La Cisl ha inviato una lettera a tutte le aziende sanitarie di Padova per denunciare la crescente e preoccupante situazione delle aggressioni subite dal personale sanitario e per sensibilizzare sul tema sarà presente con dei presidi il 9 ottobre davanti a tutti gli ospedali della provincia, mettendo in moto così una campagna di sensibilizzazione.
In occasione dei presidi sarà consegnata una lettera aperta a tutti i cittadini per ribadire la necessità di contrastare la violenza contro gli operatori sanitari.
Infermieri, medici, operatori sociosanitari, educatori, assistenti sociali e personale tecnico-amministrativo di front office: il sindacato denuncia come nessuna categoria sia ormai esente da episodi di violenza che mettono a repentaglio la sicurezza ma anche la qualità dell’assistenza.
Situazione intollerabile
«Negli ultimi mesi il numero di aggressioni ai danni degli operatori sanitari è cresciuto in modo allarmante» la dichiarazione di Fabio Turato, Carlo Cogo, Achille Pagliaro, Alessandro Piovan e Emiliano Bedon, «Pronto soccorso e reparti di Psichiatria e Sert sono i luoghi dove si registra il maggior numero di episodi, ma anche il personale di front office, spesso il primo contatto con i cittadini, si trova a dover gestire situazioni di forte disagio. In particolare, l’attuale periodo di difficoltà nel garantire risposte adeguate ai bisogni di salute della popolazione ha accentuato tensioni e frustrazioni, che troppo spesso si riversano su chi rappresenta l’Azienda in prima linea».
I dati più recenti tracciano un quadro preoccupante: tra il 2018 e il 2022 si sono verificati 539 episodi di violenza nelle strutture dell’Usl 6 Euganea, di cui 340 aggressioni verbali e 199 fisiche.
«Numeri in continua crescita che impongono un’azione tempestiva per tutelare la sicurezza e il benessere degli operatori» incalzano i sindacalisti Cisl.
Il sindacato
«Molte di queste aggressioni sono vere e proprie rappresaglie nei confronti del personale di assistenza da parte di pazienti e familiari esasperati. È una situazione di imbarbarimento inaccettabile che richiede un intervento immediato e deciso da parte delle istituzioni e amministrazioni pubbliche e ad aggravare la situazione è che il personale sanitario è composto per il 75% da donne» l’invettiva di Turato.
«Siamo di fronte a un fenomeno che non può essere più ignorato» aggiunge Pagliaro, «ogni episodio di violenza rappresenta un fallimento per il sistema, che non riesce a proteggere chi si dedica con passione e professionalità alla cura degli altri. È urgente potenziare le misure di prevenzione e sicurezza, ma anche investire nella formazione del personale per una migliore gestione delle situazioni di rischio. In Azienda ospedaliera di Padova abbiamo già un incontro programmato per il 14 ottobre. Nei Pronto soccorso arrivano dai 300 ai 350 pazienti al giorno, e gli operatori sanitari subiscono come ringraziamento almeno una decina di aggressioni verbali, spesso violente».
Le proposte
La Cisl non si limita a denunciare la grave situazione, ma avanza alcune proposte: «La convocazione di un tavolo permanente con le Amministrazioni per approfondire le dinamiche degli episodi di violenza» elencano i sindacalisti, «l’assunzione di personale anche con competenze linguistiche e mediatori culturali, rafforzare la sanità territoriale per ridurre la pressione sui Pronto soccorso e rafforzare le misure di sicurezza con l’attivazione di posti di polizia nei presìdi, campagne di sensibilizzazione e formazione per il personale».