Caro affitti a Treviso, in Calmaggiore due negozi chiusi nell’ultimo mese
Due negozi sono sfitti e chiusi da anni annorum; poche settimane fa ha chiuso, da un giorno all’altro, la bottega Millennium Shop di calzature, e domenica scorsa ha abbassato le serrande anche la tabaccheria.
Risultato, il palazzo di Calmaggiore 18, sulla sinistra per chi arriva dal Duomo verso piazza dei Signori, presenta ben 4 attività commerciali in sequenza non più attive.
Fotogramma non proprio comune, e che resta impresso a chi ci passa davanti. Se non altro perché siamo a due passi dalla piazza salotto nella prima strada della città, lungo il boulevard commerciale, quello dello shopping e della più canonica delle vasche cittadine, anzi la vasca per antonomasia.
Ennesimo caso di caro affitti. Certo per la tabaccheria, il cui contratto era in scadenza. I titolari non commentano, ma le voci della via dicono che il rinnovo del contratto sarebbe passato per un aumento del canone addirittura superiore al 100% dell’attuale.
Più del doppio, tradotto in soldoni. Cifra che i titolari della tabaccheria, attivi da oltre 5 anni, hanno ritenuto insostenibile. Ed infatti starebbero aspettando di trasferirsi un’ altra parte della città, nel quadrante di San Leonardo. Intanto è stata avviata la liberazione della rivendita, che dovrebbe concludersi a breve.
E gli affitti potrebbero essere all’origine dell’improvvisa chiusura del Millennium Shop, creatura di Paolo Baldin, che vendeva calzature da oltre 20 anni.
Dalla sera alla mattina le vetrine sono state oscurate e il negozio non ha più riaperto, tra la sorpresa e lo sconcerto di colleghi, residenti e passanti. I cartelli affissi, fra cui uno che evoca uffici giudiziari e parla di «porta bloccata», farebbero pensare ad un contenzioso finito in tribunale con un provvedimento.
Ma al netto delle cause e del contenzioso, è un dato di fatto che in meno di un mese hanno chiuso due esercizi in pieno Calmaggiore, nello stesso stabile dove ce n’erano altrettanti che da otto anni non hanno più riaperto (uno era di telefonini), e che peraltro denunciano tutta l’ “anzianità” della mancata apertura.
Un “look” - si fa per dire - che è stato osservato anche dagli altri commercianti della via e dai residenti, e che non contribuisce all’immagine di quello che fu il cardo dei romani.
Nello stabile resta, sul lato di vicolo Della Torre, solo la storica trattoria Oca Bianca, ultracentenaria, perché anche la pellicceria che era attiva dal lato che porta in piazzetta Della Torre è inattiva da anni.
E a proposito di piazzetta Della Torre, sono ancora chiusi quello che era il bar Just e quello che l’imprenditore Martino Zanetti aveva creato, fra caffè ed atelier d’arte, laddove c’era il noto agenzie di tappeti 3T di Sergio Loub.
Segnali diffusi come si vede, nel cuore del centro. È vero che a breve in galleria Romana aprirà Luisa Spagnoli, al posto della storica argenteria Marzà, ma è un trasloco, perché il marchio milanese si muoverà da corso del Popolo (e lì a fianco, all’imbocco di via Martiri della Libertà, nessun erede per la bottega che è stata la storica Bellieni).
Fin troppo facile dire che un centro che perde appeal fa calare l’interesse agli stessi operatori. Che la crisi arrivi in pieno Calmaggiore - e qualcuno ora teme diventi un Calminore - dopo aver colpito altre zone più laterali del centro, conferma solo la rilevanza del problema, acuita dai valori immobiliari della città.