La mensa Caritas di Trieste ai privati: confermato il passaggio al gruppo Sodexo
La decisione ormai è stata presa. La Fondazione diocesana Caritas Trieste esternalizzerà la gestione della sua mensa. La società scelta – sebbene si stiano ancora definendo alcuni aspetti dell’affidamento – è la Sodexo, una multinazionale specializzata nella ristorazione collettiva nell’ambito di grandi strutture. Attiva con alcuni appalti a Trieste, la società ha già un rapporto con la Diocesi, visto che prepara i pasti anche per le sue residenze per anziani, inclusa Casa Ieralla.
I sindacati però continuano a non digerire l’operazione, anche se con dei distinguo. La posizione più contraria è quella dell’Usb. La Cgil esprime un «giudizio non positivo», mentre la Cisl la reputa una «scelta che potrebbe dare maggiori garanzie ai lavoratori rispetto a una situazione dichiaratamente in difficoltà della Caritas, dettata da una situazione finanziaria complicata, causata anche dalla difficoltà a recuperare alcuni crediti».
Il vescovo Enrico Trevisi e padre Giovanni La Manna, che da un anno dirige la Caritas, hanno ereditato una situazione complessa. La realtà che si occupa della promozione delle iniziative caritative e assistenziali della Diocesi ha una posizione debitoria importante nei confronti di alcuni fornitori, ma allo stesso modo, come detto, vanta dei crediti importanti, soprattutto per quanto riguarda gli appalti nel settore dell’accoglienza dei migranti, che mandano in cortocircuito le sue casse. Senza contare che negli anni la richiesta di aiuti è aumentata.
Tornando alla decisione di esternalizzare il servizio, lo scorso 2 ottobre l’Usb si è confrontata sulla questione direttamente con il vescovo, sottolineando la preoccupazione dei circa venti lavoratori coinvolti, affiancati nel servizio di somministrazione dei pasti dai volontari. Trevisi sembra non aver lasciato margini di trattativa, confermando la decisione. Così l’Usb ha inviato una richiesta di incontro urgente alla Prefettura, anche considerando che l’erogazione dei pasti rientra nei servizi dell’appalto per l’accoglienza ai richiedenti asilo che gestisce anche Caritas.
«Se da un lato comprendiamo le preoccupazioni di monsignor Trevisi per i bilanci negativi – così Massimiliano Generutti dell’esecutivo lavoro privato dell’Usb – crediamo fermamente che gli errori di scelte sbagliate dei vertici Caritas non si possano far piovere su lavoratori e lavoratrici, che hanno creduto nel progetto Caritas composto principalmente da elementi come umanità e solidarietà».
Padre La Manna preferisce non entrare nei dettagli dei bilanci della Caritas. Si limita a parlare «di difficoltà». E metaforicamente spiega: «Se io trovo una macchina che funziona la assecondo, se invece ha problemi con la frizione mi devo preoccupare di farla sistemare».
L’obiettivo della Diocesi è quello che «la Caritas vada avanti – sottolinea La Manna –: deve recuperare dignità e continuare ad aiutare con competenza le persone, individuando i bisogni e le povertà, che aumentano e si diversificano, e noi dobbiamo essere pronti per dare le dovute risposte».
Il direttore conferma quindi a sua volta che «Caritas, salvaguardando i posti di lavoro, esternalizza il servizio mensa: la linea è questa». Resterà da capire come l’attività dei volontari si inserirà nel contesto di un’azienda che fa profitto come Sodexo.
Alle perplessità sollevate dai sindacati, il direttore ora preferisce non replicare, e assicura che, come è avvenuto per Casa Malala, «al passaggio di testimone ci sarà un incontro tra il nuovo gestore, Caritas e i sindacati». —
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