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Cabinovia di Trieste, l’ex sindaco Cosolini mostra gli atti: «Non è mai stata una mia idea»

Nessun riferimento alla cabinovia nel Piano regolatore comunale per com’era stato approvato all’epoca. Tanto meno nel bando europeo Portis aggiudicato nel 2016, che invece parlava di potenziare il ferro esistente e la linea tranviaria.

Roberto Cosolini convoca una conferenza stampa al Caffè San Marco e nega categoricamente alcuna paternità sull’ovovia, contrariamente a quanto affermato di recente dall’attuale amministrazione Dipiazza, che invece fissa le origini della dibattuta opera ai tempi del progetto sostenuto tra 2011 e 2016 dall’ex sindaco, oggi consigliere regionale Pd.

«Né il sottoscritto, né l’allora assessore Elena Marchigiani, né alcun dirigente o membro della mia giunta ha mai parlato di impianto a fune o di ovovia», premette Cosolini, mostrando un corposo plico di documenti risalenti ai cinque anni della sua giunta.

Il primo è il Piano regolatore generale del Comune, approvato nel dicembre 2015: da pagina 21 a 31 del Piano di struttura si elencano come obiettivi il potenziamento del trasporto pubblico di massa, dei parcheggi di interscambio e delle ciclabili. In più punti si parla di valorizzare il patrimonio di rotaie esistente in città: nelle pagine 93 e 141 della Relazione generale allegata si ipotizza di prolungare il Tram di Opicina all’interno del centro. La parola “cabinovia” non compare mai.

E non si fa menzione dell’impianto di risalita mare-Carso neanche nel bando di Portis, sottolinea Cosolini, riepilogando le caratteristiche del progetto europeo seguito negli anni della sua amministrazione. All’epoca Trieste partecipò al bando assieme ad altre città portuali, capofila era Anversa, per mettere a punto servizi di logistica, soluzioni di intermobilità e collegamenti innovativi tra centro e scalo.

Il Comune vinse il bando nel marzo 2016, con una quota vincolata da Portis alla realizzazione del Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), approvato però solo nel 2021. Solo a quel punto – precisa l’ex sindaco – la cabinovia ha fatto la sua comparsa nel Piano urbano cittadino. Ma allora la giunta era già guidata da Roberto Dipiazza.

Le soluzioni di mobilità prospettate da Cosolini erano altre. A pagina 38 del documento B allegato al bando Portis si fa riferimento all’utilizzo dei binari esistenti, e tra le proposte dell’amministrazione di centrosinistra c’era quella di un collegamento ferroviario all’interno del Porto Vecchio, o di una metropolitana leggera Opicina-Campo Marzio.

«Tutti progetti abbandonati», annota l’ex sindaco, ma che «avrebbero potuto giustificare un più corretto utilizzo dei fondi del Pnrr, che ormai abbiamo perso in favore di un’opera insostenibile», dopo il recente parere di inammissibilità della cabinovia espresso dall’Unità di Missione del Pnrr. «Ma quella – conclude Cosolini – non è stata di certo una nostra idea».—

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