Nascondeva droga sottoterra, triestino chiede di patteggiare
Nascondeva l’hashish sottoterra, in Carso, nella zona boschiva di Prosecco. Ma i Carabinieri lo hanno scoperto: si tratta del cinquantacinquenne triestino Giovanni Vascotto.
L’uomo, di professione fruttivendolo e con altri precedenti a carico, è stato arrestato dai militari dell’Arma e ora è detenuto in carcere al Coroneo.
I fatti risalgono a pochi mesi fa: tra la primavera e l’inizio dell’estate scorsa. Il caso, su cui ha indagato il pubblico ministero Andrea La Ganga, è finito all’attenzione del gup Luigi Dainotti. L’imputato ha proposto al pm il patteggiamento della pena: tre anni, sei mesi e 7 mila euro di multa. La richiesta sarà valutata dal giudice nella prossima udienza in programma mercoledì prossimo. L’uomo è difeso dagli avvocati di fiducia Giovanni Di Lullo e Dario Lunder del Foro di Trieste.
I Carabinieri, che evidentemente la scorsa primavera stavano monitorando con attenzione i movimenti del cinquantacinquenne triestino, a un certo punto avevano deciso di piazzare delle telecamere nell’area boschiva in cui sospettavano che l’uomo andava a portare la sostanza stupefacente.
Ed è così che, in una prima ispezione, l’8 aprile i militari dell’Arma avevano rinvenuto trentadue panetti di hashish suddivisi in involucri: complessivamente oltre 3 chili infilati in una buca coperta da un cumulo di pietre. Visto il quantitativo, agli investigatori era apparso chiaro che la sostanza fosse destinata «a un uso non esclusivamente personale», viene precisato negli atti giudiziari. Spaccio, in altre parole.
Poco più di due mesi dopo, precisamente il 20 giugno, i Carabinieri erano ritornati di nuovo nella zona boschiva che tenevano d’occhio in quel periodo. E anche quella volta avevano rinvenuto ciò che immaginavano: ulteriori venticinque tavolette di hashish da 100 grammi ciascuna per un totale di circa 2,5 chili. Lo stupefacente, anche in questa circostanza sotterrato in una buca scavata in una zona boschiva di Prosecco, era diviso in cinque buste.
Le immagini registrate dalle telecamere nascoste dai Carabinieri avevano documentato il modus operandi del cinquantacinquenne triestino: nelle sequenze video si vede l’uomo mentre arriva nel bosco, si china e toglie il cumulo di pietre per recuperare la droga. Ma, da quanto risulta, in entrambi gli episodi – quindi quello dell’8 aprile e quello del 20 giugno – non aveva trovato ciò che cercava. Gli investigatori, secondo quanto si apprende, avevano portato via tutti i panetti di hashish.
Non solo. Quando Vascotto, l’8 giugno, si era recato nuovamente all’interno del bosco per prelevare l’hashish e ancora una volta aveva spostato i sassi senza trovare alcunché, era rimasto letteralmente esterrefatto. L’uomo era talmente sbigottito che non riusciva a darsi spiegazione di dove fossero sparite le cinque buste con le venticinque tavolette di stupefacente. Nel video si nota la scena dell’indagato che, disperato dell’ammanco, si mette le mani in testa: la droga era misteriosamente sparita pure stavolta.
Dopodomani è prevista l’udienza in Tribunale, dunque, in cui sarà definita la pena davanti al pm La Ganga e il gup Dainotti.