ATP Shanghai: Shelton lotta, ma Sinner è di un’altra categoria [VIDEO]
[1] J. Sinner b. [16] B. Shelton 6-4 7-6(1)
Ancora una vittoria complicata per il numero 1 al mondo, Jannik Sinner, vincitore all’ATP Masters 1000 di Shanghai in due lottati set su un ottimo, ma poco cinico, Ben Shelton. L’azzurro, dopo la prova altalenante con Etcheverry, aveva bisogno di ritrovare le migliori sensazioni sui colpi a rimbalzo e, soprattutto, al servizio, cercando la rivincita della sfida dello scorso anno. L’americano, nel primo set, ha inscenato una prova ai limiti della perfezione con il 93% di prime palle in campo, sciogliendosi, però, quando chiamato a restare lucido nei primi momenti di difficoltà. Sinner, ancora un volta, è bravissimo a gestire nel migliore dei modi proprio quei momenti che, per un giocatore di diversa caratura, si rivelerebbero fatali.
Lo statunitense ha oggi provato qualche nuova soluzione tattica, cercando un dropshot in uscita dal servizio che tanto male ha fatto all’azzurro nei primi giochi. Trovate le contromisure, però, ha faticato troppo nella copertura della rete, costringendosi allo scambio da fondo.
Jannik discontinuo, ma mai impaurito. Vince il giocatore più forte, superiore all’estro ancora troppo poco tattico del classe 2002 (le 4 vittorie su 5 confronti non possono essere un caso).
Jannik, adesso, aspetta il vincente della sfida fra Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas: una sfida in ogni caso ardua in quello che sarà il 14esimo quarto di finale della stagione dell’azzurro che nel 2024 ha disputato… 14 tornei. La percentuale, insomma, rimane piena.
Primo set: e d’improvviso fu break
Primi tre giochi che mettono da subito in chiaro quella che sarà l’importanza del servizio nel corso del match: 12 punti, nessuno per il giocare in risposta. Lo statunitense comincia faticando a trovare i giusti appoggi sul servizio carico dell’azzurro, ma senza concedere nulla nei propri turni. Sinner sa di dover cercare lo scambio prolungato, ma Shelton è bravo a non concedergli profondità in ribattuta. I primi punti in risposta parlano americano: dritto vincente a uscire dal centro del campo e palla corta di rarissima perfezione. Il nastro salva Jannik dal possibile 15-40, ma un risposta sugli ultimi centimetri di riga regala a Ben la prima palla break del match: ace all’incrocio delle righe. Un altro millimetrico errore dal lato destro lo costringe a difendersi ancora, ma il servizio continua a correre in aiuto nei momenti di maggior tensione: percentuale in salita, tre punti consecutivi e due giochi pari.
A sorprendere è il rendimento di Shelton su un colpo mai così ben giocato: tre punti, tre palle corte vincenti consecutive, trovando col servizio la curva per spingere fuori dal campo l’avversario. Per l’altoatesino, ancora nessun punto vinto nei 4 giochi in risposta. L’americano è troppo preciso nelle variazioni alla battuta, fra slice a uscire e pallata al centro, con 16 prime su 17. Impossibile, con questi numeri, che Sinner riesca ad avvicinarsi alla riga di fondo per trovare profondità e cominciare lo scambio con le redini del gioco. O almeno così si poteva pensare. Finalmente, nel primo scambio del match, Sinner riesce a mettere in campo una risposta competitiva, prendendo il comando del gioco e portando a casa il primo quindici in risposta della propria partita, nel nono gioco. La velocità della prima di Ben sembra a ribasso, Jannik entra ancora nello scambio e si issa sul 15-30. I dubbi tattici di Shelton, finalmente, tornano a farsi vedere, all’improvviso: scambio incredibile, Ben spreca tutto e regala inaspettatamente la prima palla break. In risposta, l’azzurro si limita a mettere la palla in campo: a sbagliare, ora, ci pensa lui. Rovescio sotto al nastro, break. A non avere dubbi è Jannik Sinner al servizio decisivo: gioco a 0, portando a casa un set contro un avversario che nell’intero parziale, ha servito una sola seconda.
Secondo set: Sinner vince da numero 1 al mondo
Il gioco riprende come tutto era cominciato: grande precisione alla battuta da parte di entrambi, ma con un Sinner sicuramente più sicuro e meno falloso. Ora il dritto funziona meglio, la percentuale di prime è in salita con 4 giochi a 0 vinti consecutivamente. Shelton appare sempre meno in fiducia, arriva il primo doppio e fallo e i dubbi s’insinuano sempre più lungo il suo braccio. L’americano, nel sesto gioco, riesce a interrompere l’emorragia in risposta, prendendo sempre più sicurezza nello scambio prolungato e approfittando di un Sinner nuovamente troppo superficiale e falloso: palla break. Il dropshot in apnea per uscire da uno scambio soffocante, è degno del numero 1 al mondo, ma il punto successivo è ancora un errore in rete dell’azzurro. L’americano continua a spingere tutto su colpi di Sinner privi di profondità, ma la precisione nei suoi colpi è ancora troppo discontinua. L’azzurro si salva, trovando la luce in un game che poteva rivelarsi decisivo.
I momenti difficoltà, ahinoi, non finiscono: in risposta l’italiano non riesce a rendersi competitivo, continuando a soffrire sui colpi a rimbalzo. E non così improvvisamente, Shelton sale 0-40: gratuito americano, ace alla T, ace alla T, ace a uscire, servizio vincente al centro. Null’altro da dire, 4 giochi pari. Il contraccolpo psicologico non sembra mettere troppa pressione sulla testa di serie numero 16, bravo a restare solido al servizio e a prendersi i giusti rischi quando costretto a cominciare il punto con una seconda. I giochi successivi scorrono via velocemente, con un Sinner che sembra aver ritrovato concentrazione e lucidità fra battuta e colpi a rimbalzo: il tiebreak, è il più giusto degli esiti.
E come quasi sempre è accaduto negli ultimi tempi, la versione di Sinner che scende in campo nel momento decisivo del set, è la migliore possibile: approfitta di una seconda dell’americano per mettere subito pressione e comandare il gioco e conquista due minibreak uno dopo l’altro arrivando sull’ennesima palla corta poco precisa. Il parziale recita 6 punti a 1, 5 matchpoint: nulla da fare, Ben è prematuramente uscito dal campo. Sinner vince una partita ben più complicata di quanto sembri mostrare il punteggio, ma ancora una volta è la classifica a fare la differenza, la personalità nei momenti delicati.