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Project financing di Porto Vecchio a Trieste: in Aula si tratta la sintesi fra veti e accordi

Il voto per Porto Vecchio è rimandato a lunedì. Il centrodestra tiene la linea ma con il forzista Alberto Polacco assicura la «massima apertura alla collaborazione». Il centrosinistra ottiene una «soddisfazione politica», riassume il dem Francesco Russo, e propone i termini del confronto: il rispetto del regolamento e il rinvio del verdetto oltre i tre giorni previsti all’inizio della maratona.

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Il terzo giorno della triplice seduta straordinaria del Consiglio comunale sulla proposta di project financing avanzata da Costim con Elmet Srl e Impresa Percassi Spa per la riqualificazione del Porto Vecchio si chiude con un accordo tra le parti. I partiti di opposizioni ottengono la riammissione di parte dei 129 emendamenti ritenuti inammissibili, l’accoglimento fuori termine di un pacchetto di richieste ex novo e la possibilità di trasformane altri in ordini del giorno. L’assessore Everest Bertoli ottiene (e offre) l’impegno a contenere lo scontro e a chiudere la procedura con una quarta, ultima sessione extra all’inizio della prossima settimana.

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Le divergenze politiche restano come anche le distanze di veduta in merito al progetto da 620 milioni di euro, ma i toni rientrano in registri civili e l’aula trova una sintesi. I lavori iniziano con un’ora di ritardo, alle 10, ma vengono immediatamente sospesi per una riunione a porte chiuse tra capigruppo, partiti di maggioranza, opposizione e uffici tecnici. Il confronto dura cinque ore e avviene dietro le quinte. In corso ci sono le trattative per la riammissione di alcuni o tutti gli emendamenti falciati appena la sera prima dal presidente dell’aula Franco Panteca, in quanto ritenuti inammissibili sulla base del parere negativo pervenuto dagli uffici.

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Il bilancio per l’opposizione era stato inclemente: delle 190 richieste di modifica alla delibera della giunta, di cui oltre 170 presentate dal centrosinistra, 129 erano state respinte preventivamente, altre 21 avevano ricevuto valutazione negativa. I lavori si erano chiusi tra insulti e accuse di «abuso di potere» lanciate dai consiglieri di centrosinistra, che impugnando «una stortura del regolamento» avevano contestato la decisione della presidenza, ritenendola basata non sulla pertinenza o meno degli emendamenti ma di un parere puramente tecnico, negativo ma non vincolante. «Vergogna! Andate a casa!», erano state le urla levatasi tra i banchi a sinistra della giunta, presto degenerate nell’uscita dall’aula di Panteca, nell’intervento delle guardie giurate e in una sfuriata del sindaco Roberto Dipiazza contro il dem Russo.

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Il mattino dopo gli animi sono più distesi. Il confronto avviene non in aula bensì in sala giunta, ma il retroscena è ricostruito tra sms e confidenze tra i banchi riservati alla stampa: l’accordo è raggiunto in cinque ore.

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I 129 emendamenti ritenuti inammissibili vengono congelati, a meno dei primi sette già rigettati dall’aula, e lo schema è il seguente: una parte verrà ripresa in considerazione dalla presidenza, quindi riammessa o confermata inaccettabile. I restanti emendamenti verranno ritirati dai proponenti oppure riscritti e ripresentati, almeno laddove la richiesta non comporti una modifica alla proposta avanzata da Costim. In cambio c’è da un lato l’impegno dei capigruppo ad ammettere fuori termine tutti gli emendamenti ex novo, dall’altro quello di procedere con un confronto più ordinato, a destra e sinistra dell’aula.

I consiglieri tornano ai banchi e la seduta riprende: il programma del pomeriggio prevede quindi la discussione degli emendamenti ritenuti validi, in attesa di sottoscrivere le nuove richieste. Il conteggio è complesso. In principio erano stati presentati 190 emendamenti: tolti quelli congelati, e altri otto del centrodestra accolti automaticamente, ne restano da dibattere 53. In quattro ore l’aula ne valuta 49: di questi quasi tutti vengono cassati a maggioranza o ritirati, una decina accolti da Bertoli o trasformati in ordini del giorno.

I lavori sono infine sospesi alle 20.26: all’ordine appena quattro emendamenti, più quelli che il centrosinistra prevede di ripresentare nelle prossime ore. I capigruppo si ritirano quindi in una riunione lampo e concordano di convocare il Consiglio per una quarta, ultima seduta che dovrà definitivamente decidere il futuro del Porto Vecchio. I lavori sono convocati per lunedì prossimo, alle 14. —

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