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Sanità, si riducono i tempi delle liste di attesa. E ora esami e visite anche il sabato

Si riducono i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc), che dallo scorso 7 settembre ha reso operativo un nuovo piano di azioni per il contenimento di un fenomeno molto discusso a livello regionale e nazionale. Se ad agosto venivano esaudite nei tempi il 55,2% delle richieste di visite specialistiche, diagnostica per immagini e altri esami ambulatoriali, a settembre la percentuale è salita al 66,4%. «Buone notizie, che dimostrano quanto le misure messe in atto finora stiano funzionando», commenta Denis Caporale, direttore generale dell’Asufc.

I numeri

Se osserviamo il dettaglio per classi di priorità, notiamo miglioramenti a tutti i livelli: per quanto riguarda le prestazioni da eseguire entro 10 giorni (classe B), le liste di attesa di Asufc nel 2023 consentivano di rispondere entro i tempi al 44,4% delle richieste, a settembre 2024 la quota è salita al 72,3%. Per la classe D, che comprende le prestazioni da eseguire entro 30 (nel caso delle visite) o 60 giorni (nel caso degli accertamenti diagnostici), l’Azienda è passata dal completarne nei limiti il 50,3% lo scorso anno all’esaudirne, ad oggi, il 64,7%. «Risultati che si notano di meno sulle prestazioni di classe P (programmata), che vanno eseguite entro 120 giorni dalla richiesta», spiega Caporale, facendo notare, comunque, che i tempi di attesa si sono ridotti anche in questo caso: «Dal 57,5% del 2023 al 61,6% del settembre 2024», specifica il Dg.

I volumi

I dati appaiono tanto più confortanti quanto più si osserva l’aumento dei volumi delle richieste, sia per quel che riguarda le prestazioni di specialistica ambulatoriale sia per quel che concerne la chirurgia, soprattutto quella oncologica. Qui i dati a disposizione si fermano ad agosto: «Per gli interventi che chiamiamo “traccianti” (melanomi, tumori al colon, alla mammella, al polmone, alla prostata, al retto, alla tiroide, e all’utero) osserviamo diversi miglioramenti. A fronte, purtroppo, di numeri spaventosi, che crescono di anno in anno, in alcuni casi – colon retto, polmone e utero – abbiamo raggiunto il target massimo del rispetto dei tempi di attesa, esaudendo il 90% delle richieste», prosegue Caporale. Guardando al totale, per le prestazioni chirurgiche “traccianti” i tempi di attesa si sono ridotti di oltre il 25%: l’indicatore totale passa dal 50,3% del 2023 al 77% del 2024.

I motivi

A che cosa si deve una riduzione così significativa dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie? Denis Caporale adduce diverse motivazioni, che intrecciate avrebbero innescato questo circolo virtuoso: «Dal 7 settembre esami e visite ambulatoriali si possono svolgere anche il sabato», spiega. La riorganizzazione del lavoro ha previsto 240 sedute ambulatoriali aggiuntive calendarizzate fino al 28 dicembre, per un totale di 2500 esami messi a disposizione dall’Azienda. «Un altro fattore che sicuramente ha influito è stata la decisione di affidare al privato accreditato alcune prestazioni, con due milioni di euro distribuiti alle strutture convenzionate per smaltire i volumi dell’attività ambulatoriale. Riusciremo così a migliorare sull’unico aspetto che ci vedeva ancora un po’ in difetto», chiarisce Caporale. Ma non è tutto. Nel piano di rimodulazione, parte di un programma più ampio, derivato da un’analisi di Agenas sulla regione, era compresa anche una prima riorganizzazione delle sale e degli spazi destinati alle prestazioni sanitarie. «Stiamo attuando una programmazione capillare degli interventi, diluiti nel corso dell’anno per essere costanti e non creare squilibri tra periodi di attività molto intensa e più vuoti», conclude il direttore generale, intenzionato a potenziare ancora la capacità di offerta dell’Azienda, con un servizio a misura di pazienti e cittadini.

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