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Travolta e uccisa dal treno, all’esame della Procura la dinamica e le misure di sicurezza

L’inchiesta è d’obbligo, anche se la dinamica dell’incidente ha già fatto supporre un’imprudenza. C’è una ragazzina, poco più che bambina, che ieri sera è morta in ospedale. C’è un macchinista dei treni che è disperato per ritrovarsi coinvolto in un dramma dove il dolore non ha confini.

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Subito informato da una telefonata delle forze dell’ordine, il pubblico ministero padovano Roberto D’Angelo ha aperto l’indagine per ricostruire con la massima precisione il film dell’accaduto. E per capire se ci siano eventuali responsabilità.

L’ipotesi di reato iniziale era di lesioni colpose. Ma successivamente modificata a causa della morte di Olesia Kypriianchuk, 12 anni. Avviati accertamenti e, attraverso un esperto, per capire che cosa è avvenuto negli istanti in cui la locomotiva si avvicinava al passaggio protetto dalle sbarre e la bambina stava attraversando i binari.

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Al momento risulta che le due sbarre fossero abbassate e che la piccola si sarebbe infilata sotto la prima per andare oltre.

Con la vittima, c’erano altre tre bambine che, di sicuro, hanno assistito alla scena, almeno in parte. Ma il magistrato, per ora, ha deciso di non sentirle, consapevole del trauma che hanno subito.

Nei prossimi giorni, con le dovute cautele, le bambine potrebbero essere interrogate in quanto testimoni oculari in grado di fornire un prezioso contributo a fare chiarezza. Resta da capire come mai la dodicenne non si sia resa conto della locomotiva in arrivo. E non sia stata allertata dal rumore del mezzo, anche se a quell’ora c’era traffico.

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All’esame della procura pure un aspetto che potrebbe tirare in campo altri soggetti: quel passaggio ferroviario ha tutti i crismi richiesti dalle normative che impongono segnalazioni visibili, sia di giorno che di notte, e ostacoli per evitare a qualsiasi persona di bypassare facilmente lo sbarramento e finire sul binario?

Il 25 novembre scorso era successo un altro incidente ferroviario (purtroppo mortale) in città: il 53enne Giovanni De Faveri stava tornando a casa dopo essere andato in farmacia, camminando lungo un sentiero accanto ai binari, quando era stato risucchiato dal treno.

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