L’Apu batte Cento, canestri e rissa
Quando ti complichi la vita nonostante una partita vinta in ciabatte di venti punti. L’Old Wild West, alla vigilia del derby di Cividale, perde in un colpo solo Bruttini, che si fa male alla caviglia, Johnson, protagonista a fine secondo quarto di una rissa stile saloon con un insolito fumantino Vittorio Nobile, grande ex. E pure Ikangi, punito per essere entrato in campo in modo irruento. In sostanza, per l’Usa due giornate di stop in vista gettonatisisme e derby addio. Ikangi forse, se la caverà. Cividale gongola, perché Udine con quelle due assenze sotto canestro è colpita al cuore.
Peccato, perché la partita era stata piacevolissima e ben giocata dai bianconeri. Peccato perché il palleggio e tiro di Hickey, che sia da due o da tre non importa, è una delizia. Ecco, il tema dell’inizio di partita tra Udine e Cento è stato proprio questo: vedere l’americano ex Cantù giocare così. Così come è stato bello vedere ancora in campo l’argentino Carlos Delfino, l’ultimo della “generacion dorada” di Ginobili, Scola, Oberto e compagnia. Avrà anche 42anni il gaucho, che a Cento ha messo radici e va ad allenamento in bicicletta, ma per classe e volontà resta uno spot per il gioco. La partita? Finito presto l’ossigeno per Delfino, Cento ha potuto fare subito ben poco con i più attrezzati padroni di casa presentatati da coach Vertemati con un inedito quintetto con Ambrosin e Ikangi.
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Ma la prima brutta notizia è l’infortunio alla caviglia subito da Bruttini a 2’30” dalla fine del primo quarto. Esattamente quello che a 5 giorni da Cividale non ci voleva, perché chiunque capisce che il barometro dell’Apu in questo campionato segna bello se la coppia Bruttini e Pini funziona, nuvoloso se gioca a sprazzi, burrasca se marca visita.
Intanto, mentre gli spettatori con un occhio guardano l’imbocco del tunnel degli spogliatoi, dove il veterano ex Cento si è rifugiato per curarsi, con l’altro vedono la coppia Johnson-Da Ros che si diverte come i bimbi sullo scivolo al parco giochi. La sostanza è che la partita è a senso unico dopo 10 minuti con un 27-13 eloquentissimo. Udine perde un attimo intensità, segnando 5 punticini in 7 minuti, gli emiliani di coach Di Paolantonio si mettono a zona, Delfino entra riposato e Vittorio Nobile, il grande ex, segna. Dura un amen.
Basta accelerare un po’ e i padroni di casa non trovano ostacoli. Poi il saloon. Inatteso, perché il diavolo è sempre nella coda. Allo scadere del secondo quarto scoppia una rissa furibonda tra Johnson, il migliore, e Nobile. I due si beccano, forse sono le scorie della finalissima Apu-Verona di tre stagioni fa, scazzottata sedata (a fatica) dai compagni davanti agli arbitri che vedono e annotano tutto. E il pensiero corre ancora una volta al derby di mercoledì.
Perché Johnson lo vedrà in cartolina e, se sarà graziato dal giudice sportivo (una giornata di stop può essere commutata in ammenda, due no), troverà almeno un paio di rivali, inutile soffermarsi sui nomi, che non vedranno l’ora di fargli ri-saltare i nervi. Peccato, perché partita in sostanza non c’era e partita ha continuato a non esserci. Assist, triple, l’Apu quando difende e corre è una bellezza. A fine quarto il punteggio è 68-50, 87-69 alla fine. Johnson e Ikangi si sono goduti lo spettacolo in tuta sugli spalti. Se lo facevano dalla panchina, dopo una bella partita, era meglio.