Jannik Sinner contro Novak Djokovic, la sfida si rinnova dall’Australia a Shanghai
L’ultima volta che Jannik Sinner e Novak Djokovic si sono trovati l’uno di fronte all’altro, il serbo non aveva mai perso in semifinale agli Australian Open. E, sempre a Melbourne, non perdeva ormai dal 2018. L’italiano ha interrotto sia l’una che l’altra striscia in un 26 di gennaio capace di iniziare a segnare la storia del tennis tricolore. Ed è stata, quella, la terza vittoria in due mesi da parte dell’allora numero 4 del mondo, che nel giro di neanche sei mesi ha spodestato dal trono del ranking ATP proprio colui al quale più volte, e in vari modi, ha sottratto le chiavi della vittoria.
Shanghai vivrà di nuovo di questo duello, a poco meno di dieci mesi dall’ultima volta. L’uomo dell’anno senza se e senza ma contro l’uomo che è già storia vivente del tennis, il tutto in una terra nella quale Djokovic è particolarmente amato da molto tempo. Sia chiaro, anche Sinner ha un particolare legame con la Cina. Da Pechino, infatti, è partita quella che poi si è rivelata essere la sua corsa straordinaria verso il primo posto del ranking mondiale.
Per entrambi un solo set ceduto: il numero 1 del mondo attuale ha perso il primo contro l’argentino Tomas Martin Etcheverry al terzo turno, quello che l’ha preceduto ha dovuto invece lasciare ancora quello d’apertura al ceco Jakub Mensik nei quarti. Il che ci porta a tutte le considerazioni non solo numeriche che serpeggiano attorno al confronto che sta per arrivare.
A Sinner la vittoria garantirebbe un settimo titolo nel 2024, il che lo renderebbe sempre più il re assoluto della stagione. E, del resto, per quello che si è visto in campo, con la sua capacità di emergere di forza nei momenti decisivi, Jannik ha mostrato di essere sostanzialmente un giocatore di un livello che solo in due possono conoscere. Uno è uscito dal torneo, l’altro è quello che ha di fronte.
Ed è un Djokovic che la sua dose di determinazione, anche se ha finito il match con l’americano Taylor Fritz con qualche problema fisico, ce l’ha eccome. Il concetto di “problema fisico”, peraltro, è per il serbo qualcosa di molto relativo. E quando ha davanti un obiettivo, qualcosa che gli ricorda la parola record, lui lo punta in un modo totale. Di fronte a lui, infatti, c’è la possibilità di vincere il torneo numero 100 in carriera, avvicinando ulteriormente i 103 di Roger Federer e i 109 di Jimmy Connors. Nondimeno, con la vittoria di ieri è diventato il 13° diverso finalista in un 1000 nel 2024. E ha anche stabilito (appunto) un altro record: cinque finali in ciascuno dei 1000 in calendario in carriera.
Il complesso della situazione rende vede Sinner con i favori del pronostico, come si è sostanzialmente già detto. E questo anche Djokovic lo sa, e l’ha fatto capire in conferenza stampa. Ha però rimarcato un fattore fondamentale: “Lui conosce il mio gioco, il conosco il suo gioco. Servirà il mio massimo livello per vincere”. Un discorso che si può applicare a entrambi. Non c’è che dire, dunque: alle 10:30 italiane potranno entrare in campo due dei tre giocatori (l’altro è Federer) in grado, in Era Open, di raggiungere sette o più finali sul duro in anni consecutivi. L’ha fatto Djokovic dal 2011 al 2013 e nel biennio 2015-2016, ci è riuscito Sinner nel 2023 e 2024.