Violenze negli ospedali: linea diretta tra Pronto soccorso e questura
Contro le aggressioni nei confronti del personale sanitario attivata la cosiddetta “chiamata punto a punto”. Si tratta di un telefono dedicato all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale di Belluno che permette agli operatori sanitari di mettersi in contatto direttamente con la centrale operativa della questura per chiedere aiuto.
Per attivare l’intervento l’operatore del Pronto soccorso non dovrà nemmeno comporre un numero, basterà alzare la cornetta per parlare subito con la questura, dove l’agente chiederà informazioni su quanto sta avvenendo per inviare così nel giro di un paio di minuti la volante disponibile.
«Per ora partiremo con l’ospedale del capoluogo, ma l’intenzione è quella di estendere il progetto anche a tutte le altre strutture del territorio», ha precisato il prefetto Antonello Roccoberton.
«La chiamata punto a punto si aggiunge alla presenza permanente al Pronto soccorso del posto di polizia e funzionerà nell’orario notturno e nei festivi, quando il nostro presidio è chiuso», precisa il questore Francesco Zerilli.
Il protocollo, siglato in prefettura dal commissario dell’Ulss, dal prefetto e dal questore, alla presenza anche del comandante dei carabinieri Enrico Pigozzo e della Guardia di finanza Roberto Atzori definisce gli impegni reciproci tra polizia e Ulss per la prevenzione delle aggressioni. Da una parte l’Ulss si impegna ad attuare tutte le misure di prevenzione e di protezione per i propri dipendenti, dall’altro la questura si impegna a vigilare sull’ospedale con frequenti passaggi delle pattuglie all’esterno della struttura e, al bisogno, anche con soste sul posto. L’azienda sanitaria, inoltre, oltre a monitorare le aggressioni al suo personale, eseguirà anche una verifica sull’utilizzo diretto della chiamata di soccorso. I dati raccolti saranno discussi in un tavolo tecnico ad hoc dove potranno essere concordate anche eventuali modifiche al protocollo operativo. «Questa iniziativa», ha spiegato il direttor egenerale Dal Ben, «si aggiunge alle attività già in atto nell’ospedale per garantire la sicurezza dei dipendenti».