Il comandante Milocchi: «L’alcol alla base degli incidenti». A comportarsi peggio gli over 40
I più gravi incidenti che si sono verificati a Trieste negli ultimi mesi, tanto in automobile quanto in moto o in scooter, hanno un comune denominatore: l’alcol. Lo confermano i soccorritori intervenuti. E l’alcol è spesso associato alla velocità. C’è un altro aspetto, però: i protagonisti di questi episodi non sono giovanissimi. La fascia di età non è quella dei ventenni, ma sono perlopiù over quaranta.
«Abbiamo riscontrato questa caratteristica – osserva il comandante della Polizia locale Walter Milocchi – in tanti casi non ci troviamo dinnanzi a ragazzini».
Il Comune, dal canto suo, come ricorda l’assessore competente Caterina de Gavardo, lavora molto sul fronte della sicurezza stradale con progetti rivolti in particolare alle scuole cittadine (200 classi per 3.500 studenti lo scorso anno). Iniziative che quest’anno si sono tenute pure all’università con lezioni interattive. «Ma non perdiamo occasione per incontrare la cittadinanza e sensibilizzare la fascia di popolazione che ha conseguito la patente un po’ di tempo fa», precisa l’assessore. Il nuovo target è proprio quello degli over quaranta.
«Mettersi al volante dopo aver bevuto è da incoscienti», afferma senza mezzi termini il comandante Milocchi.
Comandante, nonostante le campagne di prevenzione e l’inasprimento delle sanzioni e dei guai giudiziari, evidentemente in tanti non lo hanno ancora capito.
«Le campagne educative funzionano bene per i giovani: è raro trovare il ventenne, o anche un ragazzo più giovane, ubriaco alla guida. Ci sono invece spesso quarantenni e cinquantenni in stato di ebbrezza: bevono e si mettono comunque al volante. Questo ci fa pensare che i progetti a favore dei più giovani, che intercettiamo in varie situazioni sociali, a cominciare dalle scuole, hanno un effetto positivo. E che le fasce di età più avanzate ora risultano quelle più problematiche. Quindi anche su queste c’è da fare sensibilizzazione».
Come si giustificano questi over quaranta quando vengono sorpresi al volante in condizioni alterate?
«“Mi ha fregato il limoncello finale... ma non mi pareva di essere ubriaco”, questo dicono spesso. Non hanno capito che l’ebbrezza non è ubriachezza. Le persone si sentono sicure, percepiscono euforia, senza rendersi conto che aver bevuto comporta una limitazione dei riflessi e un restringimento del campo visivo. È scientificamente dimostrato».
Cosa dicono i vostri report sugli incidenti?
«Dal primo gennaio di quest’anno a ieri su 907 conducenti controllati a seguito di un incidente stradale, sia con feriti che con danni solo materiali, 40 sono risultati positivi all’alcol. In otto casi l’accertamento è stato rifiutato».
Ricordiamo a cosa va incontro chi è sorpreso alla guida alterato?
«Al livello più lieve, con un tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 g/l, sono previste la sanzione amministrativa di 500 euro e la sospensione della patente. Fino a 1,5, se una persona è responsabile anche di un incidente stradale, la questione è pure penale e si va incontro al fermo amministrativo del veicolo per 60 giorni. Oltre 1,5 scatta il sequestro con confisca e il processo. E questo al di là dei controlli periodici al Sert, della parte processuale e dell’ammenda. Sono procedimenti che possono durare anche otto anni».
Sono attesi ulteriori inasprimenti?
«Siamo in attesa di una modifica del codice della strada. È in previsione un sistema secondo cui le persone sorprese in condizioni di alterazione, non appena ottengono la restituzione della patente, devono guidare veicoli dotati di alcol lock: un dispositivo che impedisce di accendere il motore se percepisce l’alito alcolico del conducente».
Ritorneranno i controlli massicci in strada, con gli alcoltest a tappeto, come abbiamo visto nei mesi scorsi?
«Assolutamente sì». —
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